Intervista a Federica Bosco
Cosa ti ispira nell’attimo in cui inizia a scrivere?
Di solito ho in mente una storia e quando comincio a scrivere è come se qualcun altro mi suggerisse le parole, è un procedimento magico perché non so mai veramente cosa potrebbe succedere e che piega prenderà la storia che sto scrivendo.
Quanto c’è di autobiografico nel tuo romanzo L’amore mi perseguita?
Adesso non molto a dire la verità, le vicende di Monica sono situazioni che a me non sono mai capitate, la parte emotiva invece è molto simile alla mia, trovo che sia difficile descrivere degli stati d’animo se non si sono mai provati. E poi la parte relativa all’alimentazione bio e allo yoga è mia al 100% (anche se io sono molto più fissata di lei!!)
Ci puoi riassumere in poche parole il libro L’amore mi perseguita?
E’ la terza parte della “trilogia” che è composta da “Mi piaci da morire” e “L’amore non fa per me” in quest’ultima parte Monica torna a New York dopo aver visto naufragare il suo tentativo di convivenza con un uomo più grande che amava molto, ma che non ha fatto niente per trattenerla. Si troverà a dover crescere e maturare da sola in una metropoli difficile, ma circondata da personaggi curiosi che la sosterranno in modo imprevedibile.
A chi credi di assomigliare nello stile, nel modo in cui racconti le storie e le affronti, se c’è qualcuno a cui ti sente più vicina stilisticamente parlando?
Mi piacciono molto le autrici anglosassoni come Nora Ephron, Patricia Marx, Sarah Jane Gilman, le trovo straordinarie, ciniche e dissacranti quanto basta.
Cosa si prova a scoprirsi in alta classifica tra i libri italiani più venduti?
E’ un emozione pazzesca che ti ripaga di non poche delusioni!
Il romanzo che Federica Bosco ha amato di più?
Ce ne sono tantissimi e ce ne saranno altri, uno che ho amato molto è Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron
Quello che non consiglieresti mai?
Nessun libro scritto da un calciatore!!