1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Sono laureata in Sociologia, ho un Master in Direzione e sviluppo delle risorse umane e un corso di Alta formazione per formatori. Amo la nostra Madre Natura e tutti gli esseri viventi che si trovano in essa.
Nel mio piccolo cerco di dare voce a chi non ce l’ha e di proteggere ciò che ci è stato donato.
Non sopporto gli ignoranti saccenti, i disonesti, i furbi e chi non ha rispetto di niente e di nessuno.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Italiani volete sopravvivere in questa Jungla? Cambiate mentalità!” cosa diresti?
E’ un libro che descrive in modo semplice e chiaro i problemi dell’Italia che sono sotto agli occhi di tutti, e che suggerisce ciò che è necessario fare per riuscire a cambiare mentalità e provare a salvare il nostro paese.
3. Il libro è una denuncia per mostrare la decadenza e lo sfascio sempre più evidenti del nostro Paese. Cosa devono fare i cittadini per cambiare le cose?
Cambiare mentalità!
Comprendere che è il nostro modo di reagire alle cose e non la cosa in sé che conta; essere noi stessi e credere in noi stessi.
Ridurre l’ignoranza che è estremamente diffusa. L’unica medicina per l’ignoranza è la cultura! Ricordiamoci sempre che l’ignoranza rende schiavi mentre la cultura rende liberi.
Iniziare a pensare con la propria testa e quindi non dare mai nulla per scontato ma trovare sempre più informazioni possibili su un determinato argomento, quindi osservare, ascoltare, fare delle analisi approfondite, leggere e alla fine prendersi il tempo per valutare e riflettere sui dati acquisiti, tutto ciò per formarsi una propria opinione. Chi pensa con la propria testa senza paraocchi, senza ideologie, ha la grande capacità di guardare le cose sotto tutti i punti di vista, cercare soluzioni, valutare se per ogni cosa esiste un’altra possibilità, un’alternativa più efficace.
Far diventare la meritocrazia uno dei pilastri della nostra società. Molto dipende dall’educazione che riescono ad impartire le famiglie e le istituzioni. Soprattutto impartire ai più giovani il senso del dovere, del sacrificio, della meritocrazia, quella vera però, che non sempre va a braccetto con l’uguaglianza in particolar modo quando si parla di capacità professionali e remunerative.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
La società è formata da tutti noi cittadini. Se vogliamo cambiare la società siamo noi che per primi dobbiamo cambiare. Dobbiamo ricordare sempre che noi siamo il prodotto dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Non possiamo intervenire sul nostro passato ma abbiamo la possibilità, attraverso il nostro presente, di crearci le premesse per vivere un degno futuro.
5. Nel tuo libro ci racconti come le persone siano sfiduciate, deluse e di quanto siano preoccupate per il futuro, oltre che, in parte, responsabili di ciò che sta succedendo. Cosa pensi che accadrà nei prossimi anni e cosa cerchi di fare attivamente per combattere questa crisi globale?
Se gli italiani non cambiano oggi mentalità, ritengo che fra qualche anno saremo ancora qui a parlare dei medesimi problemi.
Se continui a fare ciò che hai sempre fatto otterrai ciò che hai sempre ottenuto!
Io metto in pratica tutti i giorni ciò che suggerisco nel mio libro e cerco di essere un esempio di vita per gli altri, soprattutto per i più giovani; dimostrando con i fatti che grazie alle capacità, competenze e meriti, si possono raggiungere i propri obiettivi senza scendere a compromessi con nessuno e senza alcuna appartenenza politica.
6. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Io ho iniziato a scrivere perché ho sentito il bisogno. Nei miei saggi parlo di problemi attuali della nostra società e lo faccio per provocare, per svegliare le persone sperando che queste mettano in moto il proprio cuore e il proprio cervello e attivino finalmente un cambiamento.
7. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non potrei mai fare una cosa del genere. Dire a qualcuno di non leggere qualcosa significa mettere dei limiti alla cultura. E’ come chi per ideologia legge solamente il quotidiano, riviste eccetera che sono di quella determinata corrente politica. Queste persone chiaramente sono limitate perché non hanno una visione globale della situazione.
8. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
La domanda che mi pongo è la seguente: Qual é oggi il significato della mia vita?
Ma questa domanda dovremmo porcela spesso perché serve a capire se stiamo percorrendo la strada giusta per noi stessi. Il nostro essere cambia continuamente e dobbiamo essere certi che la strada che percorriamo in quel momento sia quella giusta per noi. Se sbagliamo strada non saremo mai felici ne sereni.