Donna di cuori
Meglio sarebbe se costui smettesse di respirare ed inspirare: agitazione, fremente necessità di sperare, inutili pensieri al futuro, solo questo significa per me. La mia logica, certo deviata, sicuramente influenzata dalla vecchia maledizione che me ha creato, centinaia d’anni or sono, non mi permette di tacere, di dormire, d’assopirmi e mai più ridestarmi; non perviene util sorta di pensiero da tale suddetta, di certo non conosco la mia natura nel profondo ma so di essere stata, in passato, e di non essere ora più che un lamento, o una nota d’un triste malefico pianoforte muffito: aria che mai più verrà respirata.
Coglierò il pensier femminile, l’uman tentazione, l’oscuro e maledetto imbroglio che dell’uomo fa un essere debole, maledetto dalla sua stessa mente, che del divin creato è l’invenzione più splendente, stupefacente, orribile, distruttiva. Quest’è il pensiero dettomi, assillandomi m’avvelena e mi nutre, tenendomi in vita. Io m’insinuerò nelle loro menti, ancora, un’altra volta, senza pace, senza sonno, tornerò grande e ricercata, bella e terribile.
Fino allora vivrò di gocce di speranza. Mi terranno in vita il necessario, questo spero io, questo suggerisce l’ego mio padrone, e che il tempo passi in fretta cancellando questi anni bui e disgraziati, ove l’unica musica è stata la triste melodia d’una fredda vendetta.
Ivi innanzi mie memorie sono riportate, discendenti della natura vostra genitrice, leggete e riflettete, cadete e sbagliate, proseguendo pel percorso vostra vita, allorché, forse, se avremo fortuna, rinascerò, e morte per morte vi sarà risparmiata, morte per sesso, sesso mi disseterà; assetata e agonizzante, v’imploro, leggete…