1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Sono un avvocato a cui piace molto la professione che svolge. Sono un appassionato lettore di quasi tutti i generi letterari. Ad un certo punto mi sono detto: perché non provare a buttare giù una storia. Sì, sono un avvocato che ha scritto una storia. Ho aspettato che arrivasse lo spunto, che un guizzo della realtà mi facesse intuire di essere pronto a cogliere il filo della storia…
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Macerie” cosa diresti?
Il titolo innanzitutto. Le macerie descritte nel libro rappresentano le vite dei protagonisti. Macerie non fredde però, ma ancora fumanti, come se qualcosa di vivo potesse restare ancora sotto i calcinacci delle loro esistenze. Persone che non si riducono a simulacri di se stesse, ma che vogliono, magari senza rendersene conto, continuare a stupirsi delle loro vite.
3. La storia che narri è molto interessante, è legata al ritrovamento di alcune frasi del poeta Rimbaud che poi condurranno alla scoperta di retroscena importanti. Da dove nasce l’idea?
L’idea nasce dalla esistenza di un libretto, Appunti dal Taccuino di un Dannato, che contiene parti dell’opera Una Stagione all’Inferno del poeta francese. Lo acquistai negli anni 80 e mi colpì la freschezza e la profondità dell’opera. Un po’ come i protagonisti del romanzo. Poi quando ho deciso di raccontare una storia, mi è sembrato lo spunto giusto per costruirci intorno una trama noir. Quindi la decisione della scelta del genere thriller è stata successiva alla volontà di scrivere qualcosa a partite dal Taccuino di un Dannato.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
Vorrei si potesse cogliere un fatto: che ogni tentativo di darsi da soli delle risposte è per forza di cose limitato, ma quando meno te lo aspetti invece, interviene un fattore esterno che scardina tutte le tue certezze. Anche quelle di Rimbaud… ad esempio
5. Al di là della storia, nel tuo libro “Macerie” riesci a tratteggiare con precisione caratteri e psicologie dei personaggi. Avevi in testa ognuno di loro in maniera così definita, oppure ci hai lavorato su man mano che scrivevi il libro? Ti sei ispirato a conoscenti e amici per i protagonisti della storia?
Ad un certo punto della storia, penso di ogni storia, sono i personaggi che ti prendono per mano e ti portano dove vogliono loro. Sono gelosi del carattere e della psicologia che dai loro e non vogliono comportarsi diversamente da come si comporterebbe una figura reale. Sono i suggeritori nella buca, quelli che hanno il testo. Non mi sono riferito a nessun persona che conosco in particolare, ho solo rubato qualche caratteristica fisica… qua e là.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai scrivendo un altro libro oppure ti stai dedicando alla promozione di “Macerie”?
Non sapevo che cosa voleva dire promuovere un libro, una prima opera. Una faticaccia, ma sono sostenuto dal mio editore Leucotea, sopratutto per la partecipazione a festival e fiere. Per il resto mi piace molto fare incontri di presentazione. Ogni volta mi sembra di riscrivere il libro…
Sto anche lavorando ad un nuovo progetto. Sono arrivato alla fase che io chiamo della ‘melassa’, tanto materiale dal quale cercare di distillare un buon prodotto. Vi farò sapere…
7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Delitto e Castigo di Fiodor Dostojevski, It di Stephen King, Una storia semplice di Leonardo Sciascia e in ultimo Presunto Innocente di Scott Turow.
8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Nessuno e non lo dico per essere politically correct, un atteggiamento che aborro, ma perché penso: chi sono io per sostituirmi alla novità che una qualsiasi opera può provocare in un lettore?
9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Me le avete fatte tutte! Ma se proprio devo… hai qualcuno da ringraziare, che ti ha aiutato durante le fasi della stesura? Sì, gli tutti amici elencati in ultima pagina… che mi dicevano se ero matto (e non è detto che lo non lo sia stato veramente).