Di cosa parla “La polveriera” di Stefano Petrocchi
“La polveriera” di Stefano Petrocchi svela i retroscena del Premio Strega, il più importante concorso letterario che abbiamo in Italia.
Da anni circolano voci tra gli appassionati di letteratura che il Premio Strega non dia risalto con la vittoria a chi merita realmente il podio e che dietro le classifiche del premio ci sia il potere delle case editrici che sono in grado di imporre le loro scelte.
C’è chi lamenta del fatto che in meno di un ventennio la casa editrice Rizzoli riuscì ad aggiudicarsi ben 7 Premi Strega e la Mondadori, nello stesso lasso di tempo se ne aggiudicò 10 per il Premio Campiello. Ed ecco che i sospetti vengono a galla e la polveriera dimostra ciò che altrimenti non si vedrebbe.
Queste voci e lamentele sembrano avere un riscontro leggendo le parole di Stefano Petrocchi e il suo libro “La polveriera” che tira in ballo i tradimenti, i legami, i rancori e le alleanze del Premio Strega.
Bisogna però stare ben attenti durante la lettura del libro e specificare a chi non lo leggerà che si tratta di un romanzo memoir, quindi si parte da fatti reali, ma poi c’è il tocco dell’autore e il peso delle emozioni.
Leggendo “La polveriera” si ha l’impressione che il Premio Strega altro non sia che lo specchio della società italiana che si basa su intrighi, sospetti, tradimenti e affari loschi.
Dimissioni di personaggi chiave come Moravia o negli ultimi anni Emanuele Trevi, frasi taglienti pronunciate da nomi di rilievo come Calvino e Pasolini, che si mise a muso duro contro gli editori definiti padroni, sono alcuni aspetti che mostrano ciò che per alcuni è verità assoluta.
“La polveriera” mette sospetti con le sue frasi, gli aneddoti e i fatti che ritornano alla mente e che riguardano il Premio Strega. Se l’obiettivo di Stefano Petrocchi era mettere il sospetto nella testa dei lettori, sicuramente ci è riuscito.