1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Sono geriatra, e psicoterapeuta congnitivo-comportamentale, nonché prossima psichiatra. Sono nata a Lecce, vivo a Roma da 25 anni.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Elegia di un’Illusione” cosa diresti?
Il messaggio che vorrei trasmettere attraverso il mio libro, ispirato ad una storia vera, è che l’amore per se stessi ci salva dai drammi emotivi, che purtroppo ognuno di noi deve necessariamente affrontare, almeno una volta nella vita. Molti errori vengono commessi a causa della mancanza d’amor proprio, al contrario, crediamo che il sostegno di qualcun altro sia imprescindibile, provocando molto spesso l’insorgenza di una dipendenza sovente patologica. Tutto questo naturalmente ha delle conseguenze disastrose che si potrebbero evitare.
3. Nel tuo libro si va a fondo nei sentimenti, quelli contrastanti, che oltre alla felicità del momento, portano anche dolore e tristezza. Cosa ti ha spinto a scegliere di raccontare questa storia?
L’espressione e la sublimazione di un dolore. E’ stato, oserei definirlo, un obbligo terapeutico e un dono alla, e della mia vita.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
Si può scegliere di essere quel che vogliamo, in ogni momento della vita. Nonostante la sofferenza, nonostante i torti e i soprusi subiti, possiamo decidere di essere migliori. Oppure incancrenirci nella frustrazione della rabbia, che, triste a dirsi, porta soltanto alla drammatizzazione del trauma. Così, al danno si aggiunge la beffa.
L’ascolto delle proprie voci, intendendo per queste ultime, le intuizioni, l’istintualità, l’inconscio. Non dobbiamo interrompere il flusso continuo della comunicazione che ci viene da dentro, dobbiamo invece saper cogliere i giusti consigli, ed incoraggiare chi vive nella nostra anima, non abbandonandoci mai, neanche durante i nostri cosiddetti errori, ma che tali non sono, perché parte integrante del percorso di evoluzione.
5. Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai scrivendo un altro? E se sì, puoi anticiparci qualcosa?
Ho delle idee, per il momento posso solo anticipare che sarà una rivisitazione fantasy di un trascorso vissuto durante il periodo storico della Francia di Maria Antonietta, che peraltro, adoro.
6. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Sono molte le letture che mi hanno indotto a scrivere, non solo romanzi, ma soprattutto saggi della nuova corrente filosofica cosiddetta e limitatamente definita “new age”. Tra le scrittrici contemporanee che prediligo vi sono Sarah Waters, A.S. Byatt e Melania G. Mazzucco, per non parlare delle Classiche, le grandi Jane Austen, Marguerite Yourcenar, Jeanette Winterson, Edith Wharton, e, non ultimo, Somerset Maugham.
7. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Ce ne sono diversi. Posso solo dire che non leggerei mai alcuni saggi di psichiatri e neurologi contemporanei, in particolare di un neurologo “belloccio” che appare spesso in televisione…
8. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
12. Hai delle prove che esista davvero una vita dopo la morte?
Sì.