Di cosa parla “Drop-Out” di Federico Batini
Questo libro dal titolo “Drop-Out” è stato scritto da Federico Batini, ricercatore e professore all’Università di Perugia presso la Facoltà di Scienze della Formazione ed è stato pubblicato nel maggio del 2014 dalla casa editrice Fuorionda, nella collana AltrEducazione.
Il libro è composto da 179 pagine ed è diviso in due parti: la prima, dal titolo “Perché ascoltare i drop-out?” mentre la seconda, “Voci”.
Nell’introduzione di “Drop-Out”, scritta da Guido Benvenuto, professore presso l’Università La Sapienza di Roma, si anticipano alcuni temi trattati più ampiamente nella prima parte, come la definizione del termine “Drop-Out”. Pone inoltre delle critiche nei confronti dell’istituzione scolastica nel nostro Paese che troppo spesso è selettiva, come disse Don Milani negli anni 60 “è un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, propone una trasformazione radicale.
Nella prima parte, Federico Batini riporta la definizione di Drop-Out, termine di origine anglosassone che letteralmente significa “caduto fuori”, “lasciato andare”, utilizzato per indicare quei ragazzi che non hanno concluso un percorso formativo o lavorativo e quindi, proprio per questo, non possiedono un diploma o nessun’altra certificazione formale. Sono dunque giovani in difficoltà, che faticano a rientrare all’interno dell’ambito scolastico o a trovare un lavoro, giovani che hanno paura in quanto non hanno idea di come sarà il loro futuro.
Sin dalle prime righe si può notare come l’autore si schiera dalla parte di questi ragazzi, troppo spesso vittime di pregiudizi, etichettati in termini negativi da parte delle altre persone, le quali non comprendono che i motivi per cui si lascia la scuola non riguardano solo il non aver voglia di studiare ma molti altri, spesso gravi e da non sottovalutare.
Sempre in questa prima parte Federico Batini riporta alcuni dati significativi per comprendere la gravità del fenomeno, in particolar modo nel nostro Paese, in quanto secondo la ricerca Eurostat del 2013 il tasso di abbandono è addirittura del 17%!
Nella seconda parte, invece, viene dato spazio alle singole esperienze, storie, problematiche dei Drop-Out attraverso delle interviste. Sono infatti state riportate nel libro 67 interviste semi-strutturate, il campione è stato suddiviso in una componente aretina e una perugina e riguarda ragazzi tra i 16 e i 18 anni che hanno deciso di abbandonare la scuola, ma che stanno svolgendo dei corsi per il recupero delle competenze di base per specializzarsi in alcuni settori lavorativi.
Ai ragazzi è stato chiesto, ad esempio, quale era stato il motivo per il quale avevano abbandonato la scuola, quali erano i loro rapporti con i professori, compagni etc… Le risposte sono state molte, sono emerse varie motivazioni che vanno dal difficile rapporto con i professori, ingiustizie da parte di quest’ultimi, episodi di bullismo, fino a giungere alla inadeguatezza dei metodi scolastici. I ragazzi hanno anche espresso le loro idee e opinioni su come si possa migliorare l’istituzione scolastica, quali siano i cambiamenti necessari per far sì che i giovani siano più interessati, stimolati e attratti da essa.
La lettura di “Drop-Out” è consigliata non solo a un pubblico di educatori ma a tutti, per comprendere la gravità di questo fenomeno che riguarda i giovani, per informare coloro che non ne sono ancora a conoscenza, per individuare strategie risolutive del problema e soprattutto per abbattere quel pregiudizio, quel pensiero comune secondo il quale chi non termina gli studi viene etichettato automaticamente come un “cattivo ragazzo”.
Recensione scritta da Cecilia Pesciaioli
Il saggio Drop Out,scritto dal Professor Federico Batini,è stato pubblicato nel Maggio del 2014,grazie alla casa editrice Fuori Onda. Il saggio presenta fin da subito,grazie a una piccola prefazione e introduzione,l’importanza del punto di vista di coloro che hanno abbandonato un percorso di studi,senza averlo terminato completamente,da qui il termine DROP OUT,che in Italia secondo i dati Istat tocca il 17,6% nell’anno 2013/2014.
Il libro è diviso in due parti: la prima,intitolata “Perchè ascoltare i drop out?” aiuta a capire cosa ha spinto i giovani a fare una scelta simile. Le motivazioni e i pensieri possono essere tanti,a causa delle continue variabili che concorrono allo sviluppo del fenomeno. Per avvicinarci ancora di più al cuore del problema ,la seconda parte intitolata “VOCI” si incentra sulla ricerca che avviene attraverso l’intervista narrativa semi-strutturata ,dando libero spazio a sentimenti e racconti dei giovani drop-out. La struttura prende in esame due gruppi:uno aretino e l’altro perugino,comprendendo ragazzi che vanno dai 16 ai 18 anni. Dalle analisi è risultato che molti giovani ragazzi per un momento della loro vita si sono sentiti esclusi,”cacciati via” da quel contesto che avrebbe dovuto aiutarli ,avrebbe dovuto rivestire quel ruolo di facilitatore, stimolatore ,rendendo i ragazzi sicuri del loro percorso formativo.Nonostante tutto,grazie all’aiuto dei familiari o degli amici,sono stati messi al corrente di ulteriori corsi per il recupero delle competenze di base propedeutica a corsi specializzati,in grado di coinvolgere quanto il più possibile i ragazzi per dargli una seconda chance,orientandoli verso nuovi orizzonti.Perciò possiamo dire che i drop-out presentano una doppia faccia,in quanto sono protagonisti ma anche vittime del fenomeno.
Il libro è utile,soprattutto per sensibilizzare i giovani che al giorno d’oggi si sentono scoraggiati e abbattuti,motivandoli a cercare nuove strade e nuove vie perché in ognuno di noi c’è un potenziale che non deve essere messo da parte.