Di cosa parla Il diario di Anna Frank
Il diario di Anna Frank è il racconto autobiografico di una bambina che per il suo tredicesimo compleanno riceve in dono un quaderno che diventerà il suo migliore amico. Anna, infatti, inizia a scrivere la sua storia, quella che oggi a distanza di più di sessant’anni tutti nel mondo conosciamo e molti di noi hanno letto.
Lei è una ragazza ebrea che nel 1942, in pieno regime Nazista, assieme alla famiglia, scappa dalla Germania ad Amsterdam per sfuggire alla persecuzione. Anna Frank, sentendosi sola, senza qualcuno della sua età con cui parlare, trova sfogo nel suo diario e scrive a un’amica immaginaria, Kitty, a cui si confida mettendosi a nudo.
Nel frattempo la guerra dilaga e quando i tedeschi arrivano in Olanda, Anna, con la sua famiglia, è costretta alla clandestinità e si nasconde in un posto segreto, che si trova sopra una fabbrica di proprietà del padre.
Alla sua famiglia si aggiungono altre persone e Anna Frank sul suo diario comincia a raccontare tutto quello che avviene nel loro rifugio, spiegando le difficoltà della convivenza e il peso delle giornate che proseguono diffondendo il panico. Anna racconta la paura in ogni sua forma, quella per la guerra, per la clandestinità, per la violenza psicologica subita.
Scrive del terrore che prova nel temere che qualcuno parli e sveli il loro segreto, che qualcuno tradisca la loro fiducia e li faccia arrestare. Scrive del distacco che sente da parte di sua madre, delle solite incomprensioni con il padre, incomprensioni che sono esasperate, poiché la convivenza in un momento così estremo porta delle conseguenze ancora più invasive e difficili da gestire. E poi racconta la sua paura più grande: quella di morire.
Seconda parte trama libro Il diario di Anna Frank
Ma ci sono anche momenti in cui ne Il diario di Anna Frank la bambina descrive le strane sensazioni che prova verso Peter, uno degli abitanti del nascondiglio. Parla di questo ragazzo che le fa vivere un amore ricco di emozioni fino ad allora sconosciute.
Intanto i mesi passano e tra i bombardamenti, lo spavento e la voglia di cancellare quegli attimi, c’è spazio per sensazioni normali, contrastanti. C’è posto per i discorsi semplici, per quelli che fanno arrabbiare e c’è persino il tempo per mostrare la propria incapacità e la propria delusione nel non riuscire a farsi capire dagli altri.
Nel suo diario, ingenuamente, Anna Frank sogna la libertà e dà sfogo al suo desiderio, quello che le fa sperare una vita al di fuori di quello spazio ristretto, in cui lei e i suoi familiari sono costretti a nascondersi.
Nel 1944 il Ministro dell’Educazione olandese annuncia alla radio il suo intento di pubblicare le testimonianze del suo popolo, e Anna, che da sempre desidera diventare una scrittrice, si convince che alla fine della guerra il suo diario possa diventare realmente un libro. E ha ragione visto il successo mondiale de Il diario di Anna Frank.
In quello stesso anno in seguito a una segnalazione, quattro olandesi e un tedesco irrompono nel rifugio della famiglia Frank, arrestando tutti e portandoli nei campi di concentramento…
Non resta che leggere Il diario di Anna Frank , pubblicato nel 1947, per cogliere sensazioni, contrasti, paure e sentimenti.
Partecipa a “Cara Kitty”: lascia un commento o una recensione
Il 12 giugno 2015 Anne Frank avrebbe compiuto 86 anni. Per festeggiare il suo compleanno, vogliamo ricordare l’importanza dei messaggi trasmessi nel suo Diario. In collaborazione con l’associazione “Un ponte per Anne Frank” Recensione Libro.it offre la possibilità di condividere un pensiero, inviare un messaggio o raccontare a tuo modo “Il diario di Anna Frank”.
Utilizza il modulo per scrivere i commenti che trovi più in basso per inserire il tuo pensiero su Anna Frank e sul suo diario iniziando il commento con “Cara Kitty”.
Ho letto molte volte questo libro. Mi è piaciuto tantissimo. Però solo al pensare il fatto che questa povera ragazzina scrivesse i suoi desideri e i suoi sogni per una pace che non ha mai potuto conoscere mi fa venire i brividi.
cara kitty,
la storia di anna frank mi è piaciuta molto,ma allo stesso tempo no perchè mi è dispiaciuto di quello che è successo a lei e alla famiglia frank.
Mi è piaciuto molto anche il suo diario,cioè quello che ha raccontato della sua vita e si è confidata con un diario facendo finta di parlare con un’ amica senza tenersi tutto dentro.
Il libro di anna mi ha colpita molto…
Non so più che altro dire.
Aurora
Cara Kitty,
sono rimasto stupito e ammirato di tutte le lodevoli iniziative promosse dall’Associazione “Un ponte per Anne Frank” e vorrei anch’io parteciparvi, con l’analogo spirito che vi spinge a divulgare la storia di Anne Frank e della Shoah, affinché nessuno dimentichi.
Orbene, dopo aver letto solo in età matura il Diario più famoso della storia, ne sono rimasto folgorato, tanto che ho voluto allargare le mie conoscenze sull’autrice e sulla sua famiglia. Per farla breve, non so come e non so perché, sono riuscito a portare a termine un’impresa che ha dell’assurdo: ho osato scrivere il seguito del Diario di Anne Frank e, proprio come il suo primo Diario regalo del padre Otto, gliene farò idealmente dono il prossimo dodici giugno, in occasione del suo ottantaseiesimo compleanno. Il libro si intitola: “Le pagine bianche di Anne Frank” e sarà pubblicato su “www.ilmiolibro.it”. Vorrei presentartene uno stralcio, in modo che se ne possa capire il senso e l’impostazione. Il ricavato netto di questa edizione sarà devoluto proprio all’Associazione “UN PONTE PER ANNE FRANK”. Non ho velleità a riguardo, consideralo solo un atto di amore nei confronti di Anne, che si è impossessata del mio cuore.
Mercoledì 17 febbraio 1943
Ieri era il sedici febbraio ed è stato il compleanno di Margot. La mia cara sorellina ha compiuto diciassette anni ed è sempre più prossima all’età adulta. Devo dire che in questo è stata molto precoce dimostrando, sin dalla pubertà, di essere riuscita da subito a raggiungere un certo equilibrio e soprattutto la maturità, cosa che non è ancora riuscita alla sottoscritta! Per il suo primo genetliaco in clandestinità non è stata trattata poi tanto male: io l’ho coccolata preparandole la colazione e portandogliela a letto. Da Miep ha ricevuto una torta di mele, da mamma una sottoveste con dei calzettoni, un quaderno per il suo diario da Kleiman, un sacchetto di noci da Peter e per finire delle vitamine, un libro di ostetricia e un kit per la pulizia degli occhiali.
Al momento di spegnere le candeline, in considerazione della scarsità di regali, le è stato chiesto di esprimere un desiderio: non di quelli che però sono congiunti a generiche aspirazioni future, nossignore, ma di quelli riguardanti un’ambizione immediata e concreta, da esaudire con la gentile collaborazione di tutti gli inquilini. Siamo rimasti tutti stupiti dalla fantasia di Betti, tanto è stata audace nella richiesta! Ma ormai avevamo promesso e le promesse vanno mantenute ad ogni costo!
Per pura combinazione, il suo compleanno quest’anno è capitato giusto a cavallo tra il “digiuno di Ester” e “Purim” -la Festa delle Sorti- che è la più gioiosa delle ricorrenze ebraiche. In molte comunità c’è la consuetudine di banchettare con cibi e dolci prelibati e i bambini amano travestirsi un po’ come si fa durante il Carnevale. Prendendo al volo questa fortunata coincidenza, Margot ha deciso che il giorno dopo -che poi sarebbe oggi- tutti i pensionati del retro-bottega di Prinsengracht si sarebbero dovuti scambiare i propri ruoli per l’intera giornata, lasciando alla “sorte” la scelta dei travestimenti, da eseguirsi con lo scambio vero e proprio degli abiti di scena! Mi è parsa da subito un’idea divertentissima, per quanto imbarazzante potesse essere per gli adulti.
Già immaginavo Petronella nei panni della sua più impertinente antagonista, Anne. Tra gli adulti c’è stato un momento di panico, ho letto nei loro occhi un lampo di preoccupazione e d’impaccio. Ma tant’è, il latte ormai era versato! Abbiamo scritto dei bigliettini con i nostri nomi, affidando a Peter l’onere della scelta, pescandoli dal cappello di papà. Il destino si è così pronunciato: io avrei preso il posto di mia sorella, Pim quello di Kerli, mamma si sarebbe scambiata i panni di Putti e lo stesso avrebbero fatto Peter e Pfeffer. Credo che la permuta peggiore sia stata di gran lunga quella toccata a mio padre, che ha dovuto indossare i vestiti di Petronella e occuparsi delle faccende domestiche! In generale c’è stato da morire dal ridere, soprattutto quando ci siamo rimirati l’un con l’altro, come in uno specchio magico. Pfeffer, nei sacrificatissimi abiti di Peter, non riusciva a muoversi, a evitare strappi indesiderati, ma l’imbarazzo più grande è stato vedere Pim e Van Pels nei panni delle due massaie e a piedi scalzi, per giunta! Io sono stata condannata a tacere per gran parte del giorno, per essere fedele all’indole e al comportamento di Margot, ma in realtà ho riso tutto il tempo delle buffe smorfie di papà, che incarnava perfettamente il personaggio scorbutico della madama. Anche Putti Van Pels si è dato da fare, d’altra parte non ho mai taciuto che quand’è di buon umore, riesce a essere un’ottima compagnia! L’unico che non ha reso onore al festeggiamento è stato il serissimo dott. Pfeffer: non ha fatto che sbuffare, mantenendo il broncio fino all’ora di cena…che individuo noioso! Insomma, ci siamo divertite moltissimo, è stato forse il giorno più allegro da quando viviamo in clandestinità e per diverse ore siamo riusciti a tenerci alle spalle gli alleati, le bombe e la guerra!
Dario Pezzella