Di cosa parla “Sud e magia” di Ernesto de Martino
“Sud e magia” di Ernesto de Martino è un libro del 1959, pubblicato in Italia dalla casa editrice Feltrinelli, che va oltre l’interpretazione etnografica.
Quest’opera la si può dividere in due parti, nella prima l’antropologo italiano Ernesto de Martino raccoglie tutto il materiale attinente al cerimoniale magico, mentre nella seconda parte cerca di dare un’interpretazione del mondo magico analizzando la forma mentis dell’uomo meridionale.
Nell’uomo del Sud gli eventi storici sono guidati da un ordine superiore irrazionale che apre le porte a un’altra realtà: la magia, la mitologia e la religione.
La magia è intesa come una forma di rifugio, che l’uomo ha, nell’affrontare le incertezze, le incognite della vita quotidiana avvolta dalla miseria.
Il mondo razionale si fonde con quello irrazionale.
Sia quello razionale sia quello irrazionale si basano su delle “regole” precise e ben determinate.
Ernesto de Martino, nella sua vasta analisi, non raccoglie solo dati che riguardano pratiche magiche, ma tenta di leggere questi riti contestualizzandoli e storicizzandoli, calandoli cioè in una cultura, in un luogo, in una realtà in cui tutto si riduce a normalità.
Quello che lo studioso de Martino lascia trasparire nel libro “Sud e magia” è quel senso di condivisione tipico della comunità meridionale.
La magia è qui intesa come un ordine che scandisce le diverse fasi della vita umana e conferisce un senso alla vita.
La magia, secondo de Martino, è vissuta come fosse un modo concreto per evadere dall’indigenza che attanaglia l’uomo del Sud.
È intesa come una forma di compensazione che un contadino lucano adotta di fronte alla precarietà dell’esistenza.
Nel 1978 è stato anche realizzato, in ricordi di de Martino, un documentario per la RAI in quattro episodi dal titolo “Sud e magia”, un viaggio compiuto tra la gente del Sud, nei luoghi tanto amati dall’antropologo napoletano, che a distanza di anni resta un punto di riferimento per le sue teorie sul meridione e la magia.
Recensione scritta da Concetta Padula