Recensione Libro.it intervista Sara Tacchini Hmicha autrice del libro “Una porta sul passato”

Intervista alla scrittrice emergente Sara Tacchini Hmicha.
Sara Tacchini Hmicha
In questa pagina sono presenti link affiliati

1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.

Una porta sul passato è il mio primo romanzo e come tale vi sono molto legata; si tratta di un progetto iniziato più di cinque anni fa e che, dopo anni trascorsi in un cassetto, il 21 dicembre 2014 ha finalmente visto la sua realizzazione.

Ho sempre amato scrivere, è una costante necessità, una valvola di sfogo, nella quale potermi esprimere senza filtri o limiti, senza il timore di esser giudicata da occhi altrui. Ma arriva un momento in cui ci si guarda allo specchio chiedendosi per chi si scrive: per noi stessi o per gli altri? Rispondendo a questa domanda ho capito che era il momento di sperimentare la mia scrittura su altri piani, creando qualcosa di più complesso; così, partendo dalla prima frase dell’incipit è nata la trama del romanzo e da lì sono partita per un viaggio la cui destinazione prendeva forma pagina dopo pagina. Una storia che spero possa appassionare i lettori così come ha appassionato me in fase di scrittura.

2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Una porta sul passato” cosa diresti?

Una porta sul passato racconta la storia di Simone, una donna comune, che, come molte donne, essendo reduce da un divorzio complicato, ha la necessità di reinventare la propria vita, alla ricerca di equilibrio e serenità; serenità che vede distante come un miraggio anche e soprattutto a causa di sua madre e dei segreti che sembra decisa a voler custodire, costi quel che costi. Sono tante piccole tessere appartenenti al passato che mancano a Simone, nomi, dettagli e spiegazioni che le impediscono di avere un quadro completo sulla propria origine e sulla famiglia nella quale è cresciuta. Ma ciò che il destino ha in serbo per lei la ripagherà presto delle mancanze subite.

3. Nel tuo libro la protagonista vuole conoscere la verità celata sulla propria origine e parte per il Marocco alla ricerca della sua avventura. Durante il percorso scopre molto più di se stessa di quanto avrebbe immaginato. Non è soltanto la meta che conta ma anche la strada che intraprendi per raggiungere il tuo obiettivo?

Se vogliamo vedere un messaggio tra le righe della storia narrata in Una porta sul passato, direi che il motto potrebbe essere “non arrenderti, se vuoi qualcosa fai di tutto per ottenerlo”. All’inizio del libro Simone è amareggiata, sta attraversando un periodo difficile, è alla ricerca di risposte che non le è dato trovare e vive le sue giornate rimuginando tra sé. Intrapreso il viaggio alla ricerca della verità, scoprirà di possedere forza e determinazione, fino ad allora assopiti in qualche angolo profondo in attesa di riemergere e renderla la donna orgogliosa e decisa che si dimostra essere.

4. Sono stati molti i commenti positivi riguardante il tuo libro su internet. Che sensazioni hai provato quando hai letto pareri così lusinghieri? Te li aspettavi?

Mentre scrivevo non pensavo al giudizio di eventuali lettori, ho lasciato libera la mia fantasia e quando il libro è uscito mi sono detta che quando sarebbero arrivati commenti negativi li avrei dovuti affrontare con maturità, accettando le critiche e rendendole utili stimoli per migliorarmi. La sorpresa nel constatare il contrario è stata tanta e com’è ovvio la soddisfazione è notevole. Le mille e una notti insonni e le infinite revisioni al testo non sono dunque state vane. Questo non esclude il fatto che io abbia ancora molto da imparare per affinare la mia tecnica di scrittura.

5. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo romanzo? C’è un messaggio in particolare che vorresti si cogliesse durante la lettura?

Come nella storia narrata in Una porta sul passato anch’io faccio parte di una famiglia multietnica, questo aspetto viene trattato nel libro mettendo l’accento sulle differenze culturali, etniche e religiose di paesi europei ed africani. Ci troviamo in un’epoca in cui le differenze tra popoli vengono spesso vissute come negative, mettendo l’accento su aspetti che nella maggior parte dei casi vengono strumentalizzati ad arte dai media; questo, anziché promuovere la convivenza e l’integrazione, sottolineando la ricchezza che consegue dalle differenze, causa paure e intolleranze. Se dovessi andare a cercare un messaggio intrinseco nella storia, credo che lo troverei proprio in questo aspetto multiculturale.

6. Raccontaci qualcosa sull’ispirazione che ti ha portato alla scrittura di questo romanzo e come si è evoluta la storia man mano che la pensavi?

Volevo scrivere la storia di un personaggio femminile, interessante e al quale fosse facile affezionarsi. Partendo da questo ho seguito l’istinto e inserito nella storia stralci di esperienze da me vissute o personaggi creati prendendo spunto da persone reali. Mano a mano che l’intrico di avvenimenti e personaggi creavano il puzzle, ho avuto la necessità di fare ricerche in merito a fatti storici che hanno interessato i luoghi reali in cui ho deciso di ambientare il romanzo e ripercorrere mentalmente gli itinerari seguiti nei miei viaggi in Marocco. La scrittura è stata un’avventura entusiasmante e mi sono davvero divertita a creare i personaggi, soprattutto quelli negativi come la madre di Simone, per la quale non mi sono davvero risparmiata.

7. Quali sono i tuoi progetti futuri legati alla letteratura? Stai scrivendo un altro libro?

Come detto prima, la scrittura mi accompagna da sempre e, rubando tempo alle mie giornate, continuo a scrivere. Ho in cantiere due romanzi, uno in stand-by, in attesa di ispirazioni che smuovano le acque basse in cui si è arenato e un secondo per il quale ho grande entusiasmo. Al momento mi sto però concentrando sulla traduzione in inglese di Una porta sul passato, progetto che ho affidato ad un’agenzia di traduzioni e che una volta terminato mi permetterà di proporre la storia a editori stranieri.

8. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

C’è un libro che ho amato molto da ragazzina e che mi ha, più che condotta, direi assistita nei primi passi nel mondo della scrittura: Scrivere Zen di Natalie Goldberg. Non si tratta di un romanzo, ma di un vero manuale di scrittura, ricco di spunti, esercizi, ironia e saggezza. Lo conservo gelosamente e di tanto in tanto lo sfoglio per controllare come e dove migliorare la mia scrittura.

9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Dare una risposta a questa domanda è difficile. I gusti letterari sono soggettivi e in quanto tali non possono essere sottoposti al giudizio altrui. Se però mi costringete a dare un risposta posso dire che sconsiglierei di acquistare libri di “autori” che hanno saputo cavalcare l’onda del loro successo in tv e, affidandosi a qualche ghost writer, hanno fatto pubblicare testi dove di loro c’è solo il nome in copertina. Credo siano una palese presa in giro nei confronti di chi spende dei soldi per acquistarli credendo che tra feste in discoteca e apparizioni in tv certi soggetti abbiamo il tempo di scrivere sul serio…

10. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma alla quale avresti sempre voluto rispondere…

La domanda che ancora nessuno mi ha posto e alla quale avrei piacere di rispondere è: Perché ambientare la storia in Marocco, cosa rappresenta per te questa terra?

Il Marocco rappresenta per me una fonte di ispirazione oltre che di costante curiosità; amo le terre del sud, patria delle tribù berbere originarie di queste montagne, popoli un tempo nomadi, grandi conoscitori del deserto. Abitanti di piccoli villaggi, clan familiari, in cui persistono tradizioni e culti dal sapore antico e ricco di mistero. Per mia fortuna ho potuto visitare più volte il Marocco (El Magreb significa letteralmente: la terra dove tramonta il sole) anche grazie al fatto che mio marito è nato nella splendida città rossa: Marrakech, luogo ricco di fascino e attrattiva.

Per questo motivo ho scelto questa terra come destinazione della protagonista di Una porta sul passato. Ci sono ancora molti aspetti storici e culturali che desidero approfondire e mi piacerebbe un giorno raccontare un altro viaggio, un’altra avventura in terra marocchina. Al momento è un’idea inserita tra i “progetti futuri”.

Condividi che fa bene

Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

One Comment on “Recensione Libro.it intervista Sara Tacchini Hmicha autrice del libro “Una porta sul passato””

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.