Di cosa parla Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome
Tre uomini in barca dello scrittore inglese Jerome K. Jerome, nelle sue varie traduzioni ha un doppio titolo: Tre uomini in barca (per non parlar del cane) e Tre uomini in barca (per tacer del cane). Il libro fu edito nel 1889.
Il romanzo è lo specchio dello humour inglese con tante gag divertenti incentrate su un prosaico viaggio in barca di tre amici e un cane, sul fiume Tamigi.
Trama libro Tre uomini in barca
Tre amici, J. ( il protagonista-autore) che narra le diverse avventure sempre in prima persona, Harris (che si contraddistingue per il suo fare poetico) e George (legato al mondo della barca). E ovviamente il cane Montmorency che anima ancora di più l’allegra comitiva.
I tre vacanzieri, con le loro diverse personalità, sembrano, in questa barca, incontrarsi e scontrarsi in un gioco fatto di continui equivoci, incomprensioni e colpi di scena. Questi scambi di idee e discussioni quasi mai portano a conclusione il lavoro intrapreso, ma il più delle volte creano dei veri e propri “disastri”.
Famoso è il racconto dello zio Podger che mobilita tutto il nucleo familiare pur di appendere al muro un quadro storto.
La storia delle gioie e dei dolori dei viaggiatori spazia con aneddoti ripescati nella vita passata dei loro familiari e amici.
Commento libro
Come pennellate d’autore in Tre uomini in barca vengono descritti gli scorci paesaggistici delle campagne inglesi. Il cane sembra partecipare in modo intelligente alle facezie del gruppo.
Emblematico il brindisi finale che corona l’ultimarsi della vacanza e, a ciò Montmorency si accoda.
Il successo del libro Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome è dovuto più che altro ai diversi tagli di scrittura che l’editore della rivista “Home Chimes” fece.
In origine il romanzo doveva essere un’opera storica e intitolarsi La storia del Tamigi, però il lavoro risultò essere troppo serio e noioso. La storia quindi si trasformò in un viaggio divertentissimo a puntate di tre amici allietati dalla compagnia di un cane, in una cornice originale ma soprattutto umoristica.
Recensione scritta da Concetta Padula