Di cosa parla La forza della ragione di Oriana Fallaci
Il libro La forza della ragione nacque inizialmente come post-scriptum de La rabbia e l’orgoglio, invece, ancora una volta, la grande Oriana Fallaci, concluso il manoscritto, si rese conto di aver dato vita a un altro libro.
Un libro premonitore in cui il grande scrittore, come la stessa Fallaci amava farsi chiamare, aveva previsto tutto ciò che tristemente si sta avverando. In Italia e nel mondo.
Leggendo queste quasi trecento pagine, sembra di leggere la storia attuale, di ascoltare il telegiornale o di avere in mano un quotidiano.
L’Oriana comincia il libro La forza della ragione raccontando delle minacce di morte avute dopo la pubblicazione de La rabbia e l’orgoglio (più di un milione di copie vendute in Italia e tradotto in tutto il mondo) per proseguire con l’analisi di ciò che stava, anzi direi sta, accadendo in quella che lei chiamava Eurabia (l’Europa unita all’Arabia). Analisi fatta in chiave filosofica e politica attraverso l’identificazione di se stessa in un tale Mastro Cecco, bruciato sul rogo nel 1328 a causa dei suoi scritti e della sua non volontà a ritirare ciò che aveva stampato.
Commento libro
Dalla storia di questo martire inizia il viaggio nell’Eurabia di oggi. In quell’Italia che la Fallaci definisce “colonia dell’Islam”, in un’Italia dove tutto è possibile tranne essere italiani, dove chiunque si insidia e la rende sua, dove gli italiani vengono soggiogati senza lottare, dove si aprono le braccia e le porte ad ogni minaccia e ricatto.
La stessa Italia in cui lei è nata e cresciuta e da cui è scappata, la stessa che l’ha minacciata per poi osannarla. L’Italia che ha avuto paura di appoggiarla, ma che sapeva avere ragione.
Il brivido che scorre lungo la schiena leggendo ogni singola parola impressa sul libro La forza della ragione è dovuto alla consapevolezza che ci sarebbe eccessivamente bisogno del coraggio e della nobiltà d’animo di cui queste pagine sono impregnate.
De La forza e la ragione Oriana Fallaci disse: “Era mio dovere scriverlo”, io dico che è nostro dovere leggerlo.
Recensione scritta da Serena La Manna