Di cosa parla Ruggine di Anna Luisa Pignatelli
La forza di quest’ultimo romanzo di Anna Luisa Pignatelli, Ruggine, oltre alla sua indimenticabile protagonista, Gina, è nella narrazione, incisiva, frutto di riflessione e cura del dettaglio.
L’autrice in questo libro ci mostra con poche ma fondamentali pennellate il modo di vivere di Gina, soprannominata da tutti i compaesani Ruggine, per il suo legame indissolubile con l’unico vero amico che ha: Ferro, il suo gatto.
La donna è costretta a subire un pessimo atteggiamento da parte degli abitanti di un paesino della Toscana, luogo in cui vive. Il suo senso di esclusione un po’ imposto dalle persone, un po’ voluto e accettato dalla protagonista del libro, sono la conseguenza di qualcosa che fa parte del suo passato.
Tra solitudine e uno stato fisico segnato da continui dolori, Ruggine porta sulle sue spalle curvate dalla sofferenza e dal tempo, la pesantezza di tutto ciò che l’ha resa colpevole agli occhi degli abitanti.
Ruggine è vedova, tira avanti con poco e il figlio è stato rinchiuso in una casa di cura perché violento, lei è diventata una donna schiva, che cerca di lasciare fuori ogni cosa, ma questa è solo una parte della storia, perché quella peggiore, forse, è che la gente le punta il dito contro, come se tutto il male dipendesse da lei.
Gina è considerata una strega, una persona da cui stare alla larga, una mamma che si è creata da sola un destino avverso fatto di solitudine e prigionia, nessuno, se non il parroco del luogo, le tende la mano.
E come se non bastasse, si aggiungono tanti inconvenienti alla sua quotidianità: i ladri le rubano quel poco che ha, il proprietario di casa che la vuole sfrattare; nessuno vede in lei la vittima di una vita che è stata poco generosa nei suoi confronti, tutti sono pronti a giudicare e a inventare storie su di lei per renderla ancora più malvagia agli occhi degli altri.
Ruggine è un romanzo forte, soprattutto per come mostra la cattiveria insita nell’uomo, e durante la lettura viene naturale schierarsi dalla parte di Gina, provando un po’ del suo dolore e tanta rabbia per il comportamento degli altri.
In questo libro si parla di esclusione, di differenze che vengono viste nell’accezione negativa, quella di Ruggine è una storia che porta alla riflessione sull’uomo, sulla violenza di certi pensieri e sul dolore.
Anna Luisa Pignatelli, che già aveva conquistato i lettori e gran parte della critica con Nero toscano, non si smentisce con quest’ultimo lavoro dimostrando di riuscire a vedere laddove gli altri non si soffermerebbero neppure, ma volterebbero lo sguardo in un’altra direzione.