Di cosa parla “Longbourn House” di Jo Baker
“Longbourn House” di Jo Baker, pubblicato in Italia da Einaudi, racconta una storia che ci riporta in “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen ma dal punto di vista della servitù. Fare però un paragone tra ciò che accadeva ai piani bassi di “Longbourn House” e le intriganti vicende raccontate dalla Austen è veramente chiedere troppo. Forse sono di parte, amante indiscussa dei libri di Jane Austen, ma ritengo lei sia tra le scrittrici più interessanti di tutti i tempi.
Sicuramente questo libro è un piacevole diversivo che ci fa incontrare personaggi notoriamente secondari quando si parla di nobiltà, che meritano attenzione e approfondimento, ma quest’opera non è certo il capolavoro best seller Orgoglio e pregiudizio.
A suo favore c’è da dire che ci si appassiona molto alla storia di Sarah, una ragazza al servizio in Inghilterra all’inizio dell’Ottocento che con la sua semplicità e diligenza compie il suo faticoso lavoro sognando qualcosa di diverso per sé.
Se alcuni hanno la predisposizione a certi tipi di lavori come questo di servire i nobili, lei sente di essere differente e di poter ambire a un ruolo più consono alle sue capacità.
Trama libro “Longbourn House” di Jo Baker
Mentre conosciamo sia Sarah, sia l’ambiente in cui lavora, Jo Baker ci presenta i vari personaggi satelliti di questa storia. Dà risalto alle loro peculiarità e mostrandoceli nella loro interezza, tanto che dopo poche pagine del libro “Longbourn House” ognuno di loro diverrà familiare e un tutt’uno con le vicende narrate.
La storia ha un cambio di passo nel momento in cui fa la comparsa nella sontuosa casa inglese James. Un uomo in più al servizio dei Bennet, un valletto che si prodiga in qualsiasi mansione senza lamentarsi e facendosi persino carico del lavoro degli altri.
James è sempre cortese e di ottimo umore, ma scambia poche parole con gli altri, rivela l’essenziale di sé e sembra nascondere un segreto che inizia a incuriosire Sarah. Ma l’attenzione che richiede l’approfondimento di quest’aspetto da parte della ragazza viene distolta da problemi seri, quali la guerra napoleonica in Spagna.
Commento libro “Longbourn House”
Ovviamente anche in questo libro viene dato ampio spazio alle storie d’amore. Storie un po’ equivoche, quelle che lasciano intendere stia per avvenire qualcosa d’inaspettato, quelle che non si possono rivelare e in questo Jo Baker sembra voler trovare un filo conduttore con “Orgoglio e pregiudizio”.
Ciò che colpisce maggiormente di “Longbourn House” è la capacità da parte della scrittrice di voler scandagliare sotto una luce diversa i rapporti all’interno della casa dei Bennet. Vuole dare così una visione in aggiunta a quella che chi ha letto Jane Austen aveva. La differenza dei due romanzi sta nella scrittura, molto differente tra le due autrice, più moderna se vogliamo quella della Baker, più consona ai tempi e intrigante quella della Austen.
Da sottolineare la scelta della scrittrice di dare risalto in ogni capitolo a una frase tratta da “Orgoglio e pregiudizio”, come a volerci far rivivere parte di quella storia, ma solo come avvio, per poi condurci sulla strada di vicende solo vagamente simili a quelle che già conosciamo.
Nel complesso “Longbourn House” di Jo Baker è un bel libro, sicuramente da leggere per chi ama le storie ambientate nell’Ottocento in cui servitù e nobili condividono la residenza pur sfiorandosi appena nella quotidianità.
Questo romanzo mi ha ricordato “Ai piani bassi” di Margaret Powell, libro a cui si è ispirata la serie tv Downton Abbey. Lo ha fatto per il modo in cui viene presentata la differenza tra i ricchi proprietari di residenze sontuose e i poveri lavoratori affaticati dalle molteplici mansioni a cui erano sottoposti.
Conclusioni
Dal romanzo “Longbourn House” di Jo Baker dovrebbe essere tratto a breve un film che speriamo di poter vedere in tempi brevi sul grande schermo.
Per gli appassionati di queste storie consigliamo vivamente di vedere la serie Downton Abbey. La serie tv ritrae magistralmente gli scenari inglesi del Novecento, della servitù che con la sua presenza silenziosa diventa parte quasi integrante della famiglia e di una nobiltà che in questo caso tiene a cuore la vita dei suoi lavoratori.