Intervista a Mira Susic
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Il gatto del quartiere cosa diresti?
Alti e bassi della vita di chiunque, così potrei definire il senso del mio racconto.
2. In questo libro per bambini si coglie tutto il tuo amore per il mondo animale, in particolare per quello felino. Come mai i gatti sono diventati i protagonisti delle tue storie?
I gatti suscitano sempre l’interesse di chiunque abbia a che fare con loro. I mici sono dei amici a quattro zampe speciali: amano essere coccolati quando ne hanno voglia ed hanno un spiccato senso della libertà ovvero sono gelosi del loro spazio. Poteri dire che sono un po’ simili a me che non rinuncerei mai al mio spazio creativo e al mio spiccato senso di libertà che la fantasia e le idee veicolano con sé quando si mettono in moto.
3. Raccontare favole è il modo migliore per riuscire a catturare l’attenzione dei bambini e lanciare messaggi importanti?
Chi scrive per il mondo dell’infanzia ha una duplice responsabilità: lancia messaggi di valori espliciti e impliciti nei suoi racconti e fornisce dei modelli di comportamento per le generazioni dei piccoli lettori che un giorno diventeranno persone adulte.
4. Quale significato vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro?
Il senso della vita ovvero la vita nelle sue varie e innumerevoli sfaccettature, questo può essere il filo del discorso del mio racconto.
5. Se dovessi trovare un pregio e un difetto alla realtà vissuta dagli uomini e quella vissuta dai gatti quali sarebbero?
Beh, non è facile rispondere a questa domanda che richiede un confronto tra il mondo degli umani e quello dei felini. Pregi e difetti degli uni e degli altri. Gli umani pretendo di avere sempre l’ultima parola conviti come sono di avere sempre ragione e di stare dalla parte giusta anche se potrebbero avere torto ed essersi sbagliati di grosso. In sostanza peccano di presunzione umana. I gatti se la prendono con comodo, ci pensano sempre due volte prima di avventurarsi in qualche scorribanda, in sostanza non mettono in gioco la loro esistenza, mentre gli umani a volte lo fanno per pura sfida. Senza l’affetto però non possono vivere né gli uni né gli altri.
6. Perché credi che si debba leggere il tuo libro?
Il gatto racconta la sua storia, dunque tutta la vicenda è narrata dal punto di vista del micio che con l’occhio critico osserva il mondo circostante esprimendo i suoi giudizi su tutti e su tutto ciò che gli capita di giorno in giorno, di notte in notte. Secondo me può essere divertente per un attimo mettersi nei panni di un micio di strada e dimenticare di essere un umano. In sostanza scoprire un nuovo mondo fatto a quattro zampe, con dei baffi, un pelo liscio e una coda.
7. Consiglieresti Il gatto del quartiere anche a un pubblico di lettori adulti? Se sì, perché?
Il racconto non ha un target preciso d’età, perciò la sua lettura può essere divertente per chiunque voglia rilassarsi un po’ o imparare qualcosa di nuovo e utile.
8. Da dove nasce la passione per la scrittura?
A dire la verità a scuola non avevo problemi quando si trattava di scrivere temi di fantasia. Le storie mi venivano si può dire da sole. I racconti devono nascere dentro di te. Puoi poi imparare la tecnica e i segreti della scrittura strada facendo, ma l’idea deve essere tua, crescere in te come una pianta da un seme e prendere forma nelle parole che spuntano quando l’idea è in te matura come la frutta sugli alberi. La scrittura creativa sicuramente ti può dare una mano, ma non è risolutiva. Senza idee spontanee e creatività letteraria non combini un bel niente. Il lettore percepisce tutto ciò quando prende in mano il libro e si mette a leggerlo.
9. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Beh, ho in mente molte idee e spero di realizzarle. Mi piacerebbe scrivere ancora dei racconti per il mondo dell’infanzia. Spero di poter trovare lo spunto giusto, insomma quell’idea che si trasformata in parole e diventa una storia, un racconto per piccoli e grandi lettori.