Di cosa parla “Qualcosa” di Chiara Gamberale
“Qualcosa” di Troppo è una principessa, che mangia troppo, dorme troppo, piange troppo, ride troppo, pensa troppo, insomma, vuole troppo. Figlia del re Qualcosa di Importante e della regina Una di Noi, per farsi rispettare dai suoi coetanei Abbastanza che la isolano deve imporre la sua nobiltà.
A solo tredici anni “Qualcosa” di Troppo perde la mamma. Il dolore è così immenso che la svuota da tutti i suoi troppo. Il vuoto totale in cui ormai vive la principessa viene colmato un giorno dall’incontro con il Cavaliere Niente, giovanotto per nulla attraente e interessante. Lui è l’esatto opposto di lei. Eppure senza far nulla di straordinario, riesce con il suo affetto e la sua dedizione a riempirle il cuore.
Un’amicizia difficile, un rapporto complicato quello tra Qualcosa di Troppo e il Cavalier Niente, eppure tra i due pian piano s’instaura un tenero legame. Trascorrono i giorni insieme, soli o in compagnia di Madama Noia. Non fanno nulla di speciale, guardano il cielo, le nuvole e fantasticano.
Seconda parte recensione libro di Chiara Gamberale
Il Re, però, s’intromette tra di loro cercando di trovare un marito per la principessa, un Conte che strenuamente lotta per i diritti di tutti. Ma la storia non finisce qui e tutto si ribalta. Qualcosa di Troppo, infatti, s’imbatte in Smorfiadilibro, il nuovo social network usato dai suoi sudditi nel regno, chiara l’allusione a Facebook.
La principessa frequenta uno dopo l’altro i cinque pretendenti selezionati come in un talent show dal padre. Deve scegliere tra di loro quello più adatto. Qualcosa di Troppo passa da un amore a un altro, Conte sempre Triste, Principe sempre Allegro, in un continuum e inarrestabile cercare e trovare, ma mai accontentarsi.
Una favola? Una metafora della realtà? Un saggio psicologico e sociologico? Forse tutte tre o qualcosa di più.
L’ultimo romanzo di Chiara Gamberale, illustrato finemente da Tuono Pettinato, è una riflessione sull’esistenza di oggi, sulle persone che vivono sempre più virtualmente e sempre più lontano dai valori essenziali, in un vuoto interiore e di relazioni umane che spesso cercano inutilmente di colmare. Eppure basterebbe arrivare al tempio color pistacchio del libro “Qualcosa” e capire che “è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura”.
Recensione scritta da Milena Privitera