Di cosa parla Morte nei boschi di Giorgio Celli e Costanza Savini
Il romanzo Morte nei boschi di Giorgio Celli e Costanza Savini narra le vicende di una storia che è divenuta leggenda, un racconto che si è tramandato di generazione in generazione, che cela in parte realtà e mistero, verità e menzogne.
Una Bestia, quella del Gèvaudan, che tra il 1764 e 1767 ha seminato terrore e morte in un’area della Francia meridionale, coinvolgendo un centinaio di vittime, tra bambini e adulti, ferocemente assassinati.
Gli attacchi della Bestia furono provati e documentati ma non si riuscì tuttavia a chiarire la sua vera natura. Secondo gli storici moderni, le uccisioni furono opera dei lupi, e l’isterismo pubblico durante il periodo degli attacchi contribuì alla diffusione di storie inverosimili su questi, attribuendo loro poteri sovrannaturali e fisionomie anomale.
Il romanzo Morte nei boschi, in cui l’autore ha miticizzato la leggenda rendendola ancor più mistica, ha come protagonista Stefan, uomo dal passato occulto e oscuro che ha scelto di redimersi divenendo frate ma che dentro di sé non riesce a privarsi di quell’aura spettrale e sanguinaria che lo ha coinvolto nei più sporchi crimini e reati, impregnando la sua anima coi colori dell’inferno, destinata solo a soccombere sotto le sue stesse mani peccatrici.
Raccontando in ogni capitolo un episodio del suo passato, dalle vicende dell’amico Elisè, che accetta un orribile compito credendo di essere dalla parte del bene e di farlo per volere di Dio, alla storia di frate Louis, medico ed esperto guaritore coinvolto anch’egli in un triste fato, Stefan sembra aver fatto un patto col Diavolo che solo lui sa come rompere.
Intervallato da intermezzi storici, il romanzo è una sorta di miscuglio tra passato e presente, realtà e leggenda, misticità e fede, un connubio perfetto tra fatti realmente accaduti e la pura fantasia dell’autore, che riesce a celare nelle pagine una scrittura scorrevole e preziosa, focalizzandosi sui temi più drammatici e tetri che spesso un romanzo, che possiamo definire una via di mezzo tra il thriller e il giallo, è in grado di trasmettere.
Una domanda resta comunque senza risposta, e anche al termine del romanzo molti si chiederanno: la Bestia di Gèvaudan era davvero chi credevamo fosse o in realtà le vicende di Stefan celano una verità ancora più oscura?
Giorgio Celli, autore del libro insieme a Costanza Savini, è noto per essere stato uno degli etologi più famosi e influenti di Italia, nonché entomologo, scrittore, docente universitario e conduttore televisivo.
Affiancando da sempre l’attività di scienziato con quella di scrittore, Celli ha scritto numerose opere di saggistica quali ad esempio L’etologia della vita quotidiana (Edizioni Cortina), I sette peccati capitali degli animali (Mursia), Sono un gatto anch’io (Giunti), Vita segreta degli animali (Piemme) e moltissimi altri. Tra i libri di narrativa, noti sono Il parafossile (Feltrinelli), Come fu ucciso Umberto Eco e altri piccoli omicidi (Piemme), Il gatto del rettore (Morganti editore), Gatti in giallo (Morganti editori) e naturalmente Morte nei boschi (Mursia).
Scrisse anche diverse poesie e opere teatrali. Come entomologo s’interessò allo studio delle api sia sul versante della ricerca ecologica, come possibili indicatrici del livello d’inquinamento da fitofarmaci e da piombo, sia sul versante etologico, studiando alcuni aspetti della loro percezione visiva e delle loro capacità di apprendimento.
Costanza Savini, autrice insieme a Celli del romanzo, ha compiuto studi giuridici e frequentato la scuola di biosistematica. Molto attenta ai problemi dell’infanzia, esperta in relazioni d’aiuto e di sostegno per affrontare, a fianco della persona, i disagi personali, famigliari e professionali relativi a stati di crisi, promuovendo la crescita interiore e la consapevolezza di sé. Ha scritto anche libri per ragazzi mentre con Mursia ha pubblicato Il lago in soffitta (2007) e Destini (2008), quest’ultimo scritto ancora una volta insieme a Giorgio Celli.
Recensione scritta da Margherita Acs
Cara Margherita rileggo con piacere dopo un po’ di tempo le tue bellissime recensioni, sempre una gioia trovare la passione e la competenza nelle tue parole.
Molto interessante la recensione che ci presenta Margherita; ammetto che all’inizio la storia mi sapeva un po’ di “già visto” in altri libri e soprattutto film che mi sono passati dalle mani, ma qui mi sembra che le vicende di quello che potremmo definire un animale feroce siano legate alla storia personale del protagonista…vedremo fino a che punto! Sembra dunque un libro interessante che mi piacerebbe leggere.