Recensione Libro.it intervista Eugenio Curatola autore del libro Dodicirighe… di più equivale a straparlare

Informazioni e curiosità sullo scrittore Eugenio Curatola.
Eugenio Curatola
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Dodicirighe di CuratolaIntervista a Eugenio Curatola

1. Dovendo riassumere in poche parole il senso del tuo libro Dodicirighe… di più equivale a straparlare, cosa diresti?

Intanto un saluto a tutti i lettori e grazie a te, Alessandra, per questa occasione! Per rispondere alla tua domanda, senza straparlare: il suo senso è quello di recuperare il proprio lato romantico se si è perso, cercarlo se non lo si è mai trovato, rinnovarlo se lo si vive ogni giorno. Una speranza per i sentimenti.

2. Da dove nasce l’idea che ti ha spinto a scrivere prima sul tuo blog e poi a raccogliere in un libro le tue riflessioni da dodici righe?

Premettendo che dodicirighe non è il mio primo blog (il primo lo aprii nel 2005 a 17 anni e chiuso dopo qualche anno), per quanto riguarda dodicirighe è stata la voglia di rimettermi in gioco e farlo in uno spazio contenuto per evitare di fare un blog/diario di sfogo come ho fatto in precedenza. Volevo limitare le righe anche per aiutarmi nell’elaborare le mie emozioni nella vita quotidiana. Il passaggio alla carta stampata è stato naturale perché non si può leggere un blog come si legge un libro, io dico sempre che “non puoi fare le orecchie ad un blog”. E il libro è più vivo, è fisicità. Un libro si dimentica più difficilmente di un blog, te lo ritrovi tra i piedi. E’ anche più intimo e, per quanto mi riguarda, costringe ad una riflessione in più di un mero schermo.

3. Da quali elementi sei partito per scrivere questo libro?

Ho raccolto e modificato alcuni racconti che esistevano già nel blog ma andavano riscritti in altro linguaggio e ho aggiunto altre storie totalmente nuove. L’elemento principale è l’amore nelle sue forme, ma non troppo sdolcinato, anzi spesso trovo più facile proporre situazioni negative e struggenti anche per mio carattere.

4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo questi mini racconti?

Per me la cosa principale è che il lettore possa immedesimarsi nella storia e, ma non per mancanza di umiltà, sentirsi anche ispirato. Non voglio insegnare nulla con questo libro, ma vorrei far accendere le lampadine che abbiamo staccato dalla corrente per paura o pigrizia. Anche per questo evito sempre di rispondere quando mi chiedono se sono autobiografici: non sono io, ma magari puoi essere tu.

5. Se Eugenio Curatola dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Dodicirighe… di più equivale a straparlare, quali userebbe?

Sincero, immediato, universale

6. Perché credi che si debba leggere il tuo libro?

Credo che leggere Dodicirighe possa in qualche modo risvegliare il romanticismo e la speranza nell’amore, che c’è in tutti noi. Un sentimento tanto decantato quanto sottostimato e finora relegato solo ai timidi, ai pazzi e ai sognatori.

7. Da dove nasce la passione per la scrittura?

Mi era sempre piaciuto immaginare storie (i cosiddetti “film mentali”) ma senza mettere per iscritto. Mi verrebbe da dire che una passione vera e propria è nata verso la fine del liceo anche se in passato avevo scritto alcune poesie per diletto. Credo che il tocco decisivo sia stato quel primo blog che ho aperto nel 2005.

8. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?

Posso dirvi che, qualsiasi cosa possa avere in mente,continuerò a scrivere sul blog e sulla pagina Facebook. Sono abbastanza incontrollabile sotto questo aspetto, scrivo di getto e mi lascia libertà ma anche scarsa programmazione che a volte è utile!

9. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

Senza ombra di dubbio “Opinioni di un clown” di H. Boll che ho letto da adolescente. Diciamo che ai tempi avevo abbandonato del tutto la lettura della parte socio-politica del libro e mi ero concentrato sulla storia d’amore del protagonista. Ero già irrecuperabile a 16 anni.

10. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Non saprei dirti quale libro sconsigliare, ma non per politically correct, ma perché finora sono riuscito a leggere libri che non ho odiato – o se ho abbandonato non era per scarso interesse. Personalmente mi auto-sconsiglio romanzi fantasy perché non riesco a seguirli. Viaggio già troppo da solo con l’immaginazione!

11. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

“Hai mai pensato di accompagnare i tuoi testi scritti altri tipi di arte, come ad esempio, la pittura o la musica?”
“Work in progress!”

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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