Di cosa parla Per Isabel. Un mandala di Antonio Tabucchi
Il romanzo di Antonio Tabucchi, Per Isabel. Un mandala, sembra ricordare, nel dipanarsi della trama, una mystery story in cui tutto si fonda su un enigma. Ci sono tutti gli ingredienti per essere tale: una morte misteriosa, una persona che va in cerca di indizi chiarificatori, degli interlocutori che dovrebbero gettar luce sugli eventi ma che in realtà non fanno altro che “confondere le carte in tavola”.
L’unica cosa certa di Isabel è che è una ragazza sola. Il padre assente per lavoro, la madre anche, troppo occupata con la parrocchia.
La morte (fantomatica?) di Isabel sembra ricordare un’altra morte letteraria, quella di Mattia Pascal dell’omonimo romanzo di Luigi Pirandello. Chi è Isabel? Magda, oppure un fantasma, un’ombra che appartiene alla letteratura? Oppure una persona in carne ed ossa?
All’inizio del romanzo Per Isabel. Un mandala, Slovaki, il protagonista, nonché voce narrante, ricorda e attraverso flashback del suo passato, fornisce al lettore una prima descrizione di Isabel, della sua amicizia e dei tempi che furono.
La sola persona che, sembrerebbe, poter dare una risposta chiarificatrice, la tata, come tutti la conoscono la tata B, non lo fa. Allora si passa al “teste” numero 2, lo Zio Tom, il secondino che definisce tutta la faccenda un imbroglio costruito dall’Organizzazione, ad hoc. Sarà poi la volta del numero 3 e così via dicendo. Sino ad arrivare a Lise che trasporta Slovaki in una situazione fuori dal tempo. L’universo non ha confini. E alla fine cosa succederà?
Forse tutto è una messa in scena?
Inizia così il viaggio nel ricordo e nella memoria di Slowaki alla ricerca sia di una spiegazione, che di se stesso, che lo porterà attraverso varie tappe al compimento del suo… mandala.
Per Isabel. Un mandala di Antonio Tabucchi è un libro che ognuno di noi dovrebbe tenere nella propria biblioteca personale non solo perché si legge molto velocemente ma anche molto piacevolmente.
Recensione scritta da Silvia Buda