Intervista a Antonio Giugliano
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro Love kaputt, cosa diresti?
Un libro che dovrebbe essere studiato alle scuole elementari.
2. Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questo romanzo in cui si parla di un rapporto in crisi basato sulle menzogne, ma anche di una società allo sbando?
Dall’osservazione e studio della società italiana comparata alle cronache dei media di massa.
3. Da quali elementi sei partito per scrivere il tuo libro?
La nausea, essenzialmente.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo Love kaputt?
Che il paradiso in terra non esiste e che è meglio essere svegli fin da piccoli; e che “mors tua vita mea” non è per niente un modo di dire.
5. Se Antonio Giugliano dovesse utilizzare tre aggettivi per definire il suo libro, quali userebbe?
Insano, nevrotico, depistante.
6. Perché credi che si debba leggere il tuo romanzo?
Per uscire dall’abiezione dei buoni sentimenti e dal ghetto della cultura di massa.
7. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Per prima cosa farò un viaggio alle Bermuda, senza bermuda (per non dire senza mutande), con i diritti d’autore di questo romanzo. Sto poi tenendo un diario dei miei vizi carnali, che spero di sviluppare in un meta romanzo che mi avrà per protagonista.
8. Qual è il romanzo che hai letto recentemente e ti ha più colpito emotivamente?
Più che letto, riletto: Tropico del cancro.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
I miei.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Ma chi ti credi di essere?
Ugo Tognazzi.