Di cosa parla “Anime scalze” di Fabio Geda
Ciò che mi colpisce della scrittura di Fabio Geda, anche in “Anime scalze”, suo ultimo libro pubblicato nel 2017 da Einaudi, è la semplicità con cui conduce la narrazione. Riesce quasi a sbalordire il lettore e fa pensare, una volta girata l’ultima pagina, “ma come ha fatto?”.
Fin dal primo romanzo adotta uno stile cristallino che lo rende subito riconoscibile: accompagna le riflessioni del protagonista con dialoghi liberi da schemi e virgolette, le descrizioni sono rare e sempre giustificate dalla trama e spesso la scrittura si snoda su ricordi che riaffiorano alla mente del narratore in prima persona.
Trama del libro “Anime scalze”
Ercole Santià è un ragazzino un po’ sulle sue, abbastanza silenzioso ma con un torrente di domande dentro. Come tutti i personaggi di Geda è cresciuto in fretta grazie, soprattutto, alla sorella Asia che è la persona di cui si fida di più in assoluto, che gli ha giurato che rimarranno sempre insieme – che la puzza delle ascelle mi rivesta come una merda vestita a festa.
Vivono nella periferia torinese con il padre cercando di arrabattarsi come possono, senza la madre perché li ha lasciati provando a non fare troppo rumore nelle loro vite, apparentemente.
Commento del libro di Fabio Geda
“Anime scalze” è una ricerca di risposte e la scoperta della fragilità che ognuno cova nonostante cerchi di dimenticarsene. È una storia di formazione, di crescita in cui un ruolo fondamentale è ricoperto da una ragazza, Viola, che vede del coraggio, della bellezza in quel ragazzotto non sempre facile.
A mio parere non è il romanzo più riuscito dell’autore che mi aveva travolto con “Nel mare ci sono i coccodrilli” e “Se la vita che salvi è la tua”, perché noto che non tutto è risolto, alcuni personaggi, come il padre del protagonista, non si riescono ad acciuffare completamente e qualcosa sfugge.
Ma è straordinario come Fabio Geda riesca ogni volta a mettersi nei panni degli adolescenti senza essere stucchevole o retorico, senza ombra di giudizio ma con una profonda capacità di comprensione.
Recensione scritta da Matteo de Mitri