Di cosa parla “Da dove la vita è perfetta” di Silvia Avallone
Da dove la vita è perfetta di Silvia Avallone è l’ultimo emozionante romanzo dell’autrice, conosciuta in particolare per “Acciaio”, vincitore del Premio Campiello 2010 e quasi vincitrice del Premio Strega. Tra i libri migliori della scrittrice e tra i più venduti del 2020 e del 2021 “Un’amicizia”, pubblicato sempre da Rizzoli.
Trama romanzo “Da dove la vita è perfetta”
Periferia di Bologna. Le vite di alcuni giovani senza futuro si intrecciano e si intersecano in un susseguirsi di scelte, spesso sbagliate, che inevitabilmente portano a una serie di rinunce inesorabili, difficile, quasi impossibile, il riscatto.
Sono i “lombriconi”: Adele, non ha ancora diciotto anni, aspetta un bambino non desiderato da Manuel, spacciatore in prigione, con un padre violento e una madre succube.
Adele ha una madre e una sorella interessate solo alla moda e un padre affascinante che pensa solo a se stesso. Sola in sala parto, Adele trascorrerà con sua figlia pochi minuti, poi le loro strade si separeranno e la sua vita sarà segnata per sempre da quell’abbandono.
Zeno è un ragazzo studioso, brillante, ha vinto una borsa di studio e potrebbe trascorrere un anno in Francia ma è costretto ad accudire la madre vittima della depressione.
Centro di Bologna. Dora e Fabio si amano da sempre, sono sposati da tanto, ma non hanno figli. Questa impossibilità li separa ogni giorno di più. Fabio cerca in un’amica del passato il sesso e Dora finge di essere un’altra donna pur di apparire serena davanti all’assistente sociale e al giudice dei minori ed avere quindi in adozione un bambino.
Da dove la vita è perfetta di Silvia Avallone ripropone una periferia immaginaria con le sue case popolari, la povertà, i contrasti generazionali, una serie di anti-eroi dalle vite al limite, o dalle vite troppo normali, già conosciute in Acciaio e Marina Bellezza.
Commento del libro “Da dove la vita è perfetta”
Ancora una volta la bravura dell’autrice è nel farci emozionare, commuoverci di fronte alla rappresentazione della vita, la vita reale.
“Da dove la vita è perfetta” è un testo duro, vero, doloroso, che stringe il cuore, morde la pelle. La solitudine dei personaggi, l’impossibilità di scegliere diversamente e cambiare gli avvenimenti, la complessità dei rapporti umani sono narrati con vigore, intensità ma al contempo in maniera scorrevole e lieve.
Al centro dell’ultimo romanzo dell’Avallone ci sono due donne. Adele, una ragazzina incinta – non lo dovrebbe e potrebbe esserlo – e dall’altra Dora, una donna matura alla ricerca disperata di una maternità che non arriva, e che invece potrebbe e dovrebbe esserci. Le due vite non si incontreranno. Le loro storie al contrario si completeranno in un finale emozionante e coinvolgente.
“Da dove la vita è perfetta” non è però un romanzo sull’adozione ma è una riflessione profonda sull’essere genitori. Ma anche sull’incapacità di esserlo a volte sia biologicamente che affettivamente. Il titolo emblematico racchiude quella ricerca che a volte si compie nel trovare un posto da dove la vita con tutti i suoi casotti è perfetta.
Recensione scritta da Milena Privitera