Trama e recensione del libro Il cacciatore di libri proibiti di Fabio Delizzos
Il cardinale camerlengo chiama tre volte: Johannes Petrus Carafa. Non ricevendo risposta, batte tre volte con un martelletto d’argento sulla fronte dell’anziano sdraiato nel letto. Paolo IV è morto.
Nell’agosto 1559, si aprono le endiadi in Vaticano, nove giorni di lutto, cui seguiranno i funerali e finalmente si aprirà il conclave per l’elezione del nuovo pontefice.
A Roma si annuncia un grande evento per la Cristianità, in avvio del thriller storico di Fabio Delizzos Il cacciatore di libri proibiti (Newton Compton, ottobre 2017, libro 7,43 euro, eBook 0,99). È il seguito del bestseller Il collezionista di quadri perduti, primo titolo, sempre nel 2017, della serie che vede attivo Raphael Dardo, mercante d’arte e agente segreto del duca di Firenze Cosimo de’ Medici.
Nato a Torino, di origini sarde, ma residente a Roma, Delizzos è laureato in filosofia e appassionato di storia. Creativo pubblicitario, ha pubblicato numerosi romanzi per Newton Compton, in gran parte di genere esoterico, enigmatico, misterioso, come Il cacciatore di libri proibiti.
Trama del libro Il cacciatore di libri proibiti
Mentre un papa muore e il trono di Pietro attende un successore, nelle notti romane si verificano grandi eventi: straordinarie apparizioni di angeli e omicidi di inaudita violenza. Nelle strade spira aria di rivolta e sovversione.
Il capo dei gendarmi del governatore di Roma, il bargello Giusto Leccacorvo, scruta l’ennesimo corpo scempiato, abbandonato davanti al portale della chiesa di Sant’Anna dei Miracoli.
L’assassino lo ha torturato crudelmente e ucciso, come gli altri. Sono in pochi a sapere dei cadaveri. Si cerca di dare un nome per restituire i corpi alle famiglie senza fornire spiegazioni, ordinando di mantenere il segreto sulla morte o saranno guai per loro. Solo la prima vittima del torturatore ha un’identità.
Era uno speziale ebreo, mago e astrologo, riconosciuto da una donna che passava per caso. Ha detto che era capace di fare cose meravigliose, che profumava come un santo, che le aveva venduto una polvere miracolosa.
A un miracolo, perché non potrebbe trattarsi d’altro, corre il pensiero della folla che dalle due sponde del Tevere assiste a una visione portentosa. Al centro del fiume si libra un angelo bianco, il corpo è luminoso, dai fianchi spuntano le ali ripiegate sopra le spalle. È fermo sul pelo dell’acqua, non affonda, le braccia aperte, il viso severo e radioso. Dispiega le ali e prima di scomparire intima: il maligno grava su Roma, il giorno del Giudizio si avvicina!
Roma è scossa, ma non si pensi all’Urbe con il Cupolone. Nel 1559, il cantiere per la costruzione del grande tempio cristiano è ancora in piena attività e il lavoro subirà ancora una volta un’interruzione per l’ennesimo conclave, a soli quattro anni da quello che aveva portato all’elezione del cardinale Carafa.
È la considerazione sulla quale stava riflettendo il camerlengo Santa Fiora, prima di ricevere da messer Leccacorvo i rapporti sui cadaveri dei torturati e uccisi – quattro dei quali sconosciuti – e sulle “miracolose” apparizioni angeliche. A quanto pare, l’ultimo essere celestiale ha dato il Giudizio per imminente.
Il cardinale è turbato anche dalla scomparsa del libro di cui gli ha parlato con apprensione frate Arquez. Occorre trovare qualcuno in grado di investigare e di ritrovare con certezza quel testo. Secondo il domenicano si tratta di un codice maledetto, che andrebbe distrutto. È pericoloso, contiene segreti rivelati agli uomini dagli angeli. C’è da credere davvero ad Arquez. Gran brutta faccenda per Roma e per la Chiesa.
Quel qualcuno, al momento, si trova in cella a Castel Sant’Angelo, da quaranta giorni, in attesa dell’esecuzione. È l’amore per i libri che ha esposto Raphael Dardo al giudizio severo della giustizia ecclesiastica, che lo ha condannato alla pena capitale, per possesso e commercio di libri proibiti. Sono quelli additati all’Indice dal pontefice precedente e che l’Inquisizione prova gusto a bruciare nelle piazze.
Per chi non lo sapesse, va precisato che l’appena defunto Paolo IV è il papa che ha bandito il primo elenco, l’Index librorum prohibitorum, di pubblicazioni rigorosamente censurate dalla Chiesa cattolica, che ne ha disposto la distruzione senza remore.
E dai pur impenetrabili recessi del Santo Uffizio è stato rubato un libro decisamente unico, speciale, contiene un sapere proibito alla gente.
Se c’è chi può cercarlo con successo è certamente Raphael, ma non è il solo sulle tracce di quel codice.
Commento del libro Il cacciatore di libri proibiti
Quanti personaggi in questo ennesimo romanzo corale, condotto in porto con mano sicura da Fabio Delizzos, verso un nuovo successo.
Tornano le colte e seducenti cortigiane Luna Nova e Selvaggia, l’alchimista ebreo Ariel Colorni, stretto amico di Dardo e il prete siculo don Antonio. Ci sono il giustiziere occulto, Angelo e un corrucciato Michelangelo Buonarroti.
Si dovrà ricordare, infine, che segreti proibiti a quasi tutti gli uomini sono riemersi dall’oblio. Il codice dei miracoli è sfuggito dalle mani della Chiesa. È riapparso a Roma. Può distruggere la Cristianità.
Recensione scritta da Massimo Valenti
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