Intervista a Alessio Sgrò
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro La principessa dei desideri, cosa diresti?
Con questa fiaba ho voluto rappresentare il rapporto tra la bellezza esteriore e quella interiore, definita anche come bontà nel libro. Ci sono due frasi che calzano perfettamente e fanno comprendere appieno il senso di tutto, quando il principe dapprima capisce che non sempre ciò che è bello è anche buono, quando poi giunge nel finale a comprendere che ciò che è buono (quindi quella bellezza che non appare all’esterno se non con i comportamenti) è sempre bello.
2. Da dove nasce l’ispirazione che ti ha indotto a scrivere una bella favola per bambini?
In verità l’idea, come tante altre, è nata da una mia esperienza personale. L’ho scritta inizialmente come un racconto favolistico che non aveva un finale a lieto fine, per intenderci la bella Principessa è rimasta con l’animo della strega, alcun incantesimo è avvenuto, come purtroppo accade nella realtà. L’ho fatto semplicemente per esorcizzare quanto mi era accaduto e non aveva alcun intento di diventare un fiaba per bambini. Solo in seguito, molti anni dopo (quasi una ventina), quando decisi di provare a fare lo scrittore la resi quello che è ora.
3. Cosa vorresti che i lettori, piccoli e grandi, riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Il mio intento principale è quello di mettere in guardia grandi e piccini a non farsi ingannare dalle semplici apparenze, il proverbio “non è tutto oro quello che luccica” si addice perfettamente. In questo caso poi spero anche di aver fatto capire che limitarsi al solo aspetto esteriore potrebbe risultare pericoloso. Inoltre cerco di far comprendere che è necessario diffidare di quelle persone che si mostrano non per quello che sono veramente ma per come le vorremmo noi, in quanto potrebbero nascondere un animo per nulla buono. Ognuno deve essere quello che è, non qualcosa che può piacere agli altri. Questo è quello che spero sia arrivato ai lettori.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere alla favola, quando l’hai letta dopo la pubblicazione?
Effettivamente la storia risulta molto breve e soprattutto anche alla luce di alcune recensioni avrei dovuto approfondire alcuni elementi. Certi avvenimenti potrebbero non comprendersi appieno, ragione per cui ho già scritto un secondo capitolo della favola, che più che un vero è proprio seguito altro non è che una sorta di prequel, dove vengono spiegate molte cose avvenute in passato. Cerco di chiarire il perché dal quadro esca la bellissima fanciulla, come anche l’origine della sua stessa bellezza, approfondendo l’aspetto della bontà che potrebbe risultare un po’ marginale nel primo racconto.
5. Se Alessio Sgrò dovesse utilizzare tre aggettivi per definire La principessa dei desideri, quali userebbe?
Dolce, incantevole ed emozionante. La dolcezza traspare nell’animo puro della protagonista, la magia è l’elemento caratterizzante di tutta la storia che nel finale vuole emozionare il lettore.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Credo che a differenza di tante fiabe, che non sono altro che la versione stampata di film d’animazione (che comunque sono bellissime), nel leggere una fiaba il bambino debba ricevere un piccolo insegnamento. Concetto questo che può rappresentare anche una brutta verità, infatti spesso si ha paura di farlo, come se i bambini dovessero crescere sotto una sfera di cristallo. Non sempre, però, la vita di tutti i giorni è come la si vuole, quindi, con il mio libro voglio trasmettere il messaggio che ho già spiegato nell’altra risposta.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
In verità nella mia vita scrivo sempre quando ho un po’ di tempo, è il mio passatempo preferito per evadere dalla realtà al pari della lettura. Solo che nel primo caso sono io l’artefice della storia, seppur molto spesso mi rendo conto che sembra quasi che qualcuno me la stia dettando, tanto è lo stupore che provo. D’altronde quale miglior genere può aiutarmi ad uscire dalla caoticità e routine della vita di tutti i giorni se non le favole. In questo modo, come ho detto sopra, cerco di reinterpretare fantasticando ciò che mi accade intorno. Attualmente ho molte favole in cantiere, alcune anche in fase avanzata, altre invece richiedono ancora molto lavoro, come illustrazioni, revisioni, etc. Una cosa che mi piacerebbe fare sicuramente è poter pubblicare sia il secondo volume de “La Principessa dei desideri”, già in bozza, come anche il terzo, che però per ora è solo in fase embrionale, avendo un’idea fissa in mente e basta.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Il grande Gatsby. Ho voluto leggerlo prima di vedere il film e mi ha veramente emozionato, i sentimenti forti e contrastanti che vengono narrati in modo egregio mi hanno lasciato un segno indelebile. I contrasti tra le ipocrisie è formidabile e fa riflettere molto.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Ne ho uno con cui mi sono trovato in difficoltà a finirlo, ma non avendo mai lasciato a metà un libro mi sono sforzato tantissimo, seppur fosse orribile. Devo dire che però non ne ricordo il titolo, ho solo un vivo ricordo della difficoltà che incontrai a leggerlo. E dire che mi era stato consigliato da una mia collega, me lo aveva gentilmente prestato.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
La domanda che mi faccio spesso è sino a quando scriverò. E la risposta è che forse non smetterò mai di farlo, anche se incomincio a pensare che invece prima o poi smetterò di pubblicare, quello sì. Infatti se scrivere è una parte di me a cui non posso rinunciare, come si sarà capito con le altre risposte, credo che continuerò a pubblicare solo fino a quando i lettori mi daranno delle soddisfazioni nel farlo. Gratificazioni che possono arrivarmi da tante cose, dalle recensioni positive, dai complimenti in privato, ma anche dal numero delle vendite.