Recensione Libro.it intervista Giovanni Staibano autore del libro La madre

Informazioni e curiosità su Giovanni Staibano.
copetina non disponibile

Intervista allo scrittore Giovanni Staibano

1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro La madre, cosa diresti?

Scenari impensabili scoperti dalle infinite casualità della vita che ci rivelano i limiti estremi a cui la natura umana può arrivare.

2. Da dove nasce l’ispirazione per questo thriller con una trama così ben architettata?

Nasce dall’esigenza di trovare momenti di tensione molto forte in una situazione assolutamente tranquilla, come un marito e una moglie di mezz’età che la sera vanno a dormire nella loro casa nella normalità di tutti i giorni. Quello è stato il momento centrale intorno al quale ho poi costruito il resto della trama, con la prerogativa che tutto doveva essere assolutamente credibile, possibile, reale.

3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Le mie storie nascono per accompagnare i lettori per qualche ora di puro divertimento, o, volendo usare un neologismo, di semplice entertainment. Non c’è quindi la volontà di passare concetti profondi o trattare specificatamente temi che possano sfociare per esempio nel sociale, nella politica o nella filosofia. Molti lettori, però, una volta finito “La madre” mi dicono che hanno trovato tracce di questi argomenti, e, a lettura conclusa, si sono fermati poi a riflettere sulle situazioni umane che ho esposto. Probabilmente, come credo un po’ per tutti gli autori, mi piace lasciare ai miei lettori personaggi che non svaniscano dopo l’ultima pagina…

4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando l’hai letto dopo la pubblicazione?

No. E non per presunzione. È solo che non me lo sarei mai perdonato, visto tutto il lavoro preparatorio che c’è stato dietro (3 anni e mezzo per scriverlo, considerando ovviamente le difficoltà di un libro d’esordio, un editor in gambissima, dei beta reader eccezionali e un’agenzia letteraria che mi ha dato la benedizione finale).

5. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire La madre, quali useresti?

Cinematografico, inquietante, riflessivo.

6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Rispondo con il commento di una mia lettrice: “Romanzo avvincente, originale e coinvolgente, noir e romantico nel contempo: una madre è sempre una madre… Ottimo esordio: consigliato a chi ama il genere e anche a chi non lo predilige!”

7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?

L’ultima riga de “La madre” l’ho scritta il 24 dicembre 2016. Poi sono succedute tutte le fasi di correzione e messa a punto, e nel frattempo ho scritto “Frammenti nella Mente” (titolo provvisorio), completato il 31 dicembre del 2017, ora anche lui nella sua fase di editing. Anche in questo caso si tratta di un thriller ambientato in America, con tinte però meno noir, e con un carattere più brioso, è la storia di un complotto contro il quale ancora una volta si troveranno a combattere persone normali: nessun poliziotto professionista, nessun esperto del settore, ma ancora una volta la normalità a confronto con situazioni eccezionali. E il primo gennaio di quest’anno ho iniziato anche “Il Giardino Rubato”, una storia finalmente ambientata in Italia, che metterà alla prova le mie capacità di dipingere con delicatezza le sfumature della fragilità di alcuni dei personaggi principali.

8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?

“Il segreto di Groningen” di Marcello Nucciarelli, Alcheringa Edizioni. Un bell’intrigo sullo sfondo delle più importanti città olandesi, dove l’autore miscela sapientemente il colore dei personaggi, i contrasti tra i buoni e i cattivi, cenni di una storia recente che non dovrebbe mai essere dimenticata, azione e colpi di scena.

9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Qui penso di essere stato fortunato, oppure ho una ottima capacità di discernimento leggendo solo la quarta di copertina: non ricordo di non aver mai finito un libro che ho iniziato a leggere. E si sa, che non piacciono i libri che non si riescono a finire…

10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Perché scrivi? Per la soddisfazione di arrivare alla fine di un progetto lungo e complesso come è quello di scrivere un libro; in tutta sincerità è qualcosa che auguro ad ognuno di provare almeno una volta nella vita. Tenere alla fine della corsa il proprio libro in mano da una sensazione semplicemente indescrivibile.

Condividi che fa bene

Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.