Trama e recensione del libro Sabbie mobili di Malin Persson Giolito
Miglior crime nordico 2017 e Miglior crime europeo del 2018 Sabbie mobili di Malin Persson Giolito insinua dubbi nel lettore quasi fino alle battute conclusive.
Vincitore di numerosi premi, tra cui il Premio Glass Key e il Best crime novel 2016 Sabbie mobili non solo ha venduto oltre 300.000 copie in Svezia ma diventerà una serie Netflix a breve.
Trama del libro Sabbie mobili
Il libro è ambientato nella Stoccolma bene, in un quartiere elegante. Proprio in una scuola ben frequentata si consuma la tragedia. Esplodono vari colpi e cinque ragazzi giacciono inermi nel loro sangue. Maja è una superstite, ma tra le vittime ci sono il suo fidanzato Sebastian, nonché figlio di un noto imprenditore svedese, e la sua amica Amanda.
Maja è una superstite o una complice? È stata fortunata a rimanere viva o è la colpevole, responsabile di quell’immane tragedia?
Questi dubbi si insinuano nel lettore durante lo scorrere delle pagine di Sabbie mobili. Man mano si conoscerà sempre di più la psicologia Maja, una ragazza che inizialmente appare algida, quasi distaccata dall’accaduto e poi si dimostra fragile, insicura.
Chi è realmente Maja e perché viene arrestata e c’è un processo a suo carico?
È proprio lei, figlia di una famiglia benestante che non riesce a credere all’umiliazione che sta subendo, ad essere trascinata in tribunale perché accusata della strage.
Tutti la ritengono responsabile: è lei ad aver ucciso quei ragazzi. Per l’opinione pubblica bisogna capire solo il motivo di tale follia e sembra non esserci scampo per lei.
Il suo avvocato Peder, uno dei migliori, se non il migliore della piazza ingaggiato dal padre di Maja, deve dimostrare la sua innocenza, ma è davvero possibile? Sappiamo di un suo coinvolgimento nella storia, ma cosa l’ha spinta fino a lì? Si può davvero considerare colpevole?
Il lettore avrà abbastanza materiale su cui meditare durante la lettura, quando verranno a galla i retroscena di una comunità che di facciata mostra una perfezione che cade tassello dopo tassello fino a mostrare razzismo, utilizzo di droga e violenza.
Ed è proprio durante il racconto delle vite della protagonista e delle sue relazioni che lei e chi l’ha circondata affondano nelle sabbie mobili della verità.
Commento del libro Sabbie mobili
Andando avanti e indietro nella storia, leggendo della strage, dei motivi che hanno portato al processo, fino a sapere cosa sia realmente accaduto e quale sia la sentenza, il lettore sarà sempre tenuto sempre sul filo del rasoio.
Il ritmo lento del crime non è noioso, ma dà lo giusto scorrere del tempo in relazione ai fatti, anche se certi passaggi sono troppo pieni di dettagli e pagine che potevano essere ridotte. Il romanzo è raccontato in prima persona dalla voce di Maja, una ragazza enigmatica, che pare narrare una storia non sua e che ci dà un punto di vista personale sull’accaduto.
Ciò che sciocca di Sabbie mobili al di là della tragedia raccontata in una Svezia fino a un attimo prima sicura ed elegante, è la reazione dei genitori di Maja che continuano a pensare solo all’apparenza e alle conseguenze sociali che dovranno subire a causa di una figlia “ribelle”.
La superficialità della famiglia e delle persone che ruotavano intorno a Maja non capendo il suo disagio e la sua richiesta di aiuto sono tra i temi principali di questo romanzo. L’indifferenza della società dinanzi a problemi che riguardano i giovani spesso scaturiti dall’esclusione, dal sacrificio richiesto e dai ritmi.
Quello che colpisce di questo libro è come atti di violenza così enormi, perpetrati con l’utilizzo di armi facilmente reperibili in certi luoghi, non avvengano solo nelle classi disagiate, ma toccano tutti e questo aspetto in letteratura era stato fino a ora poco evidenziato.