Trama, recensione e commento del libro Dallo stesso ventre di Alessandro Cirigliano
Dallo stesso ventre di Alessandro Cirigliano è un libro pieno di tinte. Un romanzo in cui le emozioni, spesso contrastanti, si riversano sulle pagine, tra le parole, arrivando al cuore del lettore.
Il romanzo si apre con Sara riversa per terra, si guarda le dita, rosse. Sta sudando e il suo pensiero va a Lorenzo, quel fratello tanto amato. A lui che essendo stato generato dallo stesso ventre della madre non è necessario confessare il proprio affetto. A lui che non si può dire tutto.
Trama del libro Dallo stesso ventre
Nella prima parte del libro, lo scrittore ci porta a conoscere Sara e Lorenzo, due fratelli molto legati l’uno all’altra. Un evento ha stravolto le loro vite, rendendoli ancora più uniti, se possibile.
A seguito di un incidente stradale in cui i genitori sono rimaste vittime, i fratelli costruiscono il loro futuro seguendo passioni e necessità. Sono il riferimento l’uno per l’altra.
È proprio questo rapporto simbiotico, così essenziale che riempie le pagine del romanzo Dallo stesso ventre. Diventa facile per il lettore appassionarsi al loro modo di completarsi, di esserci per l’altro, soprattutto perché Alessandro Cirigliano descrive perfettamente questa loro unione.
Sara si accontenta di quello che le viene dato dalla vita, ha un’unica passione che la fa vibrare dentro: il jazz. Lorenzo invece ha accettato un lavoro a Singapore.
La serenità che Sara e Lorenzo erano riusciti a creare con il tempo, – grazie all’amore e al lavoro che i due hanno compiuto su se stessi dopo la tragedia e le difficoltà che ha portato il lutto, – si rompe. Subentra un trauma, una crisi che s’insinua tra i due fratelli: l’amore per una persona…
Che cosa accade ai due ragazzi? Quali sono le conseguenze nel loro rapporto?
Commento del libro Dallo stesso ventre di Alessandro Cirigliano
Un libro intenso, pieno di amore, ma anche di dolore, di dramma, in cui l’istintività può diventare violenta, in cui i legami sono complessi, mai scontati.
Ciò che ho apprezzato maggiormente di questo libro è proprio il modo di raccontare le emozioni, sia quelle positive sia negative. Cirigliano scrive di pancia, affronta di petto questa storia, raccontandoci il dolore, la rabbia, l’amore, l’incomprensione, la colpa e il legame in maniera sincera, così come probabilmente li vive lui.
E soprattutto mi è piaciuto il filo conduttore che tiene insieme la storia: il libro si apre con Sara riversa per terra e solo alla fine il lettore comprende cosa sia accaduto. Nel mezzo c’è la storia di Sara, Lorenzo e Roberto, il ragazzo che si intromette tra di loro.
In questo libro si parla di affetto ma anche del “marcio atavico dell’infamia umana” e questo contrasto è ben raccontato da Cirigliano.