Trama, recensione e commento Il tormento del talento di Carlo Zannetti
Il tormento del talento di Carlo Zannetti è, come afferma lo stesso autore, una raccolta di racconti scritti nel silenzio della notte da lui stesso musicista e scrittore.
I racconti sono dedicati a Sinéad O’ Connor, Janis Joplin, Chuck Berry, John Lennon, Cher, Elton John, George Harrison, Freddy Mercury, Whitney Houston, George Michael. Ma anche a Edith Piaf, David Bowie, Sylvie Vartan, Aretha Franklin, Edith Piaf, Ella Fitzgerald, i Beatles, Jimi Hendrix, Sting, Bob Marley, Ray Charles. Tra tante star straniere c’è lei, la nostra amata Mia Martini.
Scrivere dei racconti dedicati ad alcune delle più note star internazionali della musica non è semplice. E descrivere le loro vite, il loro carattere raccontando con profonda emozione e musicalità le sensazioni provate nell’ascoltare le loro canzoni è possibile solo se hai un’anima pura. Un’anima che ha provato e quindi comprende il tormento di chi è estremamente sensibile e creativo.
Carlo Zannetti, proprio come molti anni fa una bella ragazza tedesca a Venezia gli aveva previsto, è diventato un noto musicista e scrittore. Giunto oggi al suo terzo libro ci parla in maniera coinvolgente come gli incontri fortuiti possano diventare tanto significativi nella nostra vita da lasciare un segno per sempre.
Ecco allora che racconta lo sguardo di David Bowie incrociato per un attimo a Londra, l’amicizia durata molti anni con Levon Helm. E poi il recente incontro con Sinéad O’ Connor e l’incredibile coincidenza di trovarsi di notte in Piazza San Marco a Venezia ad osservare la bellissima Donna Summer camminare da sola, illuminata da una grande luna, in un lontano agosto del 1977.
Tutti questi eventi ritornano fantasticamente alla mente magari proprio quando meno te lo aspetti. Incontri fortuiti ma rivelatori che ti cambiano la vita.
Commento libro Il tormento del talento di Carlo Zannetti
Leggendo Il tormento del talento scopri come anche, anzi soprattutto, chi ti ha fatto sognare, innamorare, ballare, divertire con le loro canzoni, di fatto spesso, troppo spesso, ha avuto una vita fatta di solitudine, di abusi, di dipendenze, di tormenti profondi.
Ogni ritratto allora diventa un racconto non solo biografico ma dell’anima. Come esprime bene nella postfazione Roberto Guerra ogni ritratto diventa un’esplorazione che testimonia la memoria della cultura pop come ultima rivoluzione culturale del nostro tempo, ma anche e soprattutto un’operazione critica dove la musica pop è vista e trattata come arte contemporanea. E non possiamo che essere d’accordo.
Recensione libro scritta da Milena Privitera