Trama, recensione e commento libro Tre gradini e un albero di limoni
Tre gradini e un albero di limoni di Federico Pasqualini è un diario di viaggio dettagliato, minuzioso, avventuroso. Centoventi giorni attraverso dieci Paesi africani lungo 19,000 km percorsi con un vecchio pick-up guidato dal fratello.
Un viaggio che l’autore ha affrontato con coraggio e determinazione. Federico Pasqualini infatti dall’età di diciassette anni combatte con la distrofia muscolare, una malattia degenerativa che lo limita fisicamente ma che lui affronta con slancio. Ha dimostrato la sua determinazione con questo lungo viaggio in Africa accompagnato solo dal fratello.
Quei tre gradini che dividono Federico dalla vita sono tre ostacoli dolorosi che l’autore di questo appassionante diario di bordo deve affrontare.
Trama libro Tre gradini e un albero di limoni di Federico Pasqualini
Paqualini intraprende un lungo viaggio intendendo il viaggio nel suo più profondo significato e cioè di esperienza e conoscenza. L’autore dimostra la sua grande voglia di vivere e scoprire, e racconta con profondità il mal d’Africa che coinvolge entrambi.
Non è stato un viaggio facile trovare un albergo, visitare un luogo, cercare un meccanico. Diventa quasi sempre uno scontro con un Paese in cui esistono ancora tante barriere architettoniche.
Uno dei momenti più forte del libro Tre gradini e un albero di limoni è proprio quando l’autore si vede obbligato a lasciarsi portare di peso fino all’unica camera disponibile per dormire.
Federico comunque non si piange addosso e affronta sempre ogni situazione con grande dignità con l’aiuto e l’amore di suo fratello Stefano.
Commento libro Tre gradini e un albero di limoni
Raccontato in maniera leggera, vera e con picchi di ironia e autoironia Tre gradini e un albero di limoni ci dimostra come sia molto più difficile nella vita superare gli ostacoli dell’anima e della mente che quelli fisici dettati da un gene malato.
Federico ci sprona a seguire il cuore, l’istinto, la follia di vivere i sogni, come ha fatto lui attraversando un Paese che è un’esplosione di vita, colori, luce, odori e suoni.
Vorrei concludere questa recensione con una citazione presa dal libro di Federico Pasqualini:
“Un detto che ho sentito in giro per l’Africa (ma che in realtà potrebbe essere di antiche origini cinesi) che intende spiegare il fine ultimo della vita, dice più o meno così: ‘Pianta un albero, scrivi un libro, fai un figlio’.”
Recensione libro di Milena Privitera