Trama, recensione e commento libro Il secolo decisivo di Federico Tabellini
Federico Tabellini nel suo Il secolo decisivo ci fa viaggiare nel tempo e ci porta in una Milano del 2097. L’umanità sta vivendo un periodo socialmente ed economicamente positivo.
L’autore parte da una teoria supportata scientificamente dal grande Theodosius Dobzhansky. Secondo lui il processo evolutivo non è puramente biologico e scientifico ma coinvolge la sfera sociale, economica e anche la fede.
Per cui il noto biologo genetista sovietico afferma, – in tal senso non possiamo che essere d’accordo -, che la società deve dare a tutti i suoi membri uguali possibilità. Deve fornire le stesse possibilità non soltanto per ragioni morali, ma anche per massimizzare i benefici della «diversità» genetica.
Dunque il 2097 è un periodo che dopo un lento, lungo e doloroso cammino, descritto minuziosamente dall’autore nella prima parte della sua opera, supera tutti i conflitti e riesce a far coesistere in maniera armoniosa l’economia, l’ambiente e la qualità di vita.
Attingendo da una vasta gamma di fonti accademiche e attraverso uno stile chiaro, Tabellini offre la visione di un futuro che affonda le sue radici nel presente.
Il Secolo decisivo è più che una semplice storia del nostro secolo. Il libro è un itinerario concreto verso un’utopia possibile. Un’utopia fattibile che l’autore spiega e descrive con slancio nella seconda parte del suo libro spiegando con attenzione quali siano gli strumenti per realizzare una così perfetta società.
Commento libro Il secolo decisivo di Federico Tabellini
Federico Tabellini investe e tanto sull’essere umano, sul suo lato migliore, su valori di solidarietà, integrità morale e intellettuale, consapevolezza e responsabilità, soffermandosi giustamente sull’individuo e non sulle masse, sul bambino e non sull’adulto.
La terza parte dell’opera è dedicata alla nascita e al consolidamento della civiltà che sorge da questi profondi e rivoluzionari cambiamenti. Come dice bene lo stesso autore nella prefazione, Il secolo decisivo non è un libro di storia, “ho preferito fornire una visione della storia. Una visione che rendesse esplicite le ragioni profonde dietro i cambiamenti, riportandole in superficie. L’alternativa era un elenco di fatti e protagonisti più o meno noti, forse più oggettivo, ma poco utile di fronte alle insidie del presente. Tra una faziosità utile e un’oggettività superflua, ho fatto la mia scelta. Me ne assumo la completa responsabilità.”
Abbiamo apprezzato molto l’analisi del modello consumistico occidentale e soprattutto il coraggio di proporre un’alternativa altamente utopica ma non per questo non fattibile di un futuro migliore.
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