La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Simone Ceccarelli autore del libro Lo strano colloquio
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Lo strano colloquio, cosa diresti?
Innanzitutto sostengo che questo testo, questo libro contenente le verità più profonde della psiche abbia diversi sensi. Mi appare così ristretto e limitato esporre il senso del romanzo, perché ogni lettore e lettrice che avrà l’opportunità e la voglia di leggerlo avrà la libertà di dare a questo scritto tutti i sensi che vorranno. Quello che posso affermare è che questo libro insegnerà ad ascoltare l’altro e ad accoglierlo senza discriminazioni.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro in cui la psicologia, il dialogo, la scrittura e lo scambio di pensieri sono i temi principali?
L’ispirazione nasce prima di tutto dal mio vivere, dalla mia esperienza personale in anali, dalla mia conoscenza per la psicoanalisi, dalla realtà quotidiana, dalla società che sta tralasciando e dimenticando il valore e l’importanza della parola, del dialogo. Sembra che parlare sia un delitto, una vergogna, un errore, un fastidio. Le persone hanno paura a relazionarsi e a esprimersi verbalmente. Nella vita attuale stanno scarseggiando lo scambio di pensieri, di idee, di discorsi, i dibattiti tra i giovani perché distratti e assuefatti dalla tecnologia che sta gettando nel dimenticatoio la parola e sta distruggendo il pensiero umano.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Prima ancora di comprendere vorrei che i lettori e lettrici ascoltassero le parole del colloquio dei due protagonisti principali. La misteriosa donna e l’autore. In quel dialogo c’è tanto amore, tanta sofferenza umana, tanto materiale psichico, tanti concetti e preconcetti psicologici i quali ognuno dovrebbe tentare di accoglierli dentro di se e riviverli. Perché gli esseri umani in fondo appaiono tutti molto simili nel ragionamento. Ciò che vorrei trasmettere ai lettori e lettrici è molto semplice: dinanzi al dolore c’è sempre un rimedio, una speranza. L’importante è accogliere e ascoltare quella dolenza e non nasconderla dentro di noi per la vergogna. Bisogna parlare!
4. C’è qualcosa che Simone Ceccarelli avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?
Ogni volta che rileggo i miei libri dopo la pubblicazione vorrei sempre aggiungere qualcos’altro. C’è da dire che ogni scrittore che si vede trasformare i propri appunti in un vero libro avverte una mancanza, un senso di stranezza, di estraneità per ciò che ha scritto. Come se quel libro non le appartenesse. Questo vale per me.
5. Se Simone Ceccarelli dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Lo strano colloquio, quali userebbe?
Interessante, costruttivo, vero.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché è un libro che trasmette al lettore e lettrice conoscenza ed emozioni.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Ho iniziato a scrivere un nuovo libro non appena ho pubblicato Lo strano colloquio. Scrivere è tremendamente divertente e liberatorio. La scrittura va un po’ a rilento, ma sono contento così.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
L’ultimo libro che ho letto e che mi ha condotto a riflessioni è stato Elogio della Follia di ERASMO DA ROTTERDAM.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non saprei.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Cosa rappresenta per te la scrittura?