La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Daniele Sesti autore del libro I ragazzi del coro
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro I ragazzi del coro, cosa diresti?
Mi è piaciuto da subito definirlo “un giallo musicale”, quasi a voler definire un sottogenere. Fondamentalmente, è un libro in cui racconto, senza voler esser preso troppo sul serio, quali possano essere le reazioni, e come queste possano influire sulle relazioni tra persone appartenenti ad un gruppo più o meno omogeneo, accomunati da una passione comune, come può essere un coro.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro in cui gli omicidi trovano la soluzione nella musica?
L’ispirazione nasce dall’esperienza personale, visto che sono “solo” 40 anni che canto nei cori… Molti dei personaggi che descrivo, come è ovvio, nascono dall’osservazione di chi ha cantato accanto a me per tanti anni…
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Diciamo che ad un livello più profondo, il libro è anche una riflessione sul valore e il significato dell’ “Arte”. Mi riferisco, in particolare, alle parole di uno dei personaggi chiave del libro, il Professor Delle Valli, quando cita il concetto di arte come inteso da Shostakovich, ad esempio. Ed anche su ciò che è vera arte e ciò che è solo mistificazione. Ma non posso dire di più su questo argomento, in fondo, sempre un “Giallo” è…
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
No, veramente no. Rileggendolo, forse avrei voluto affinare di più alcuni dialoghi, approfondire gli aspetti relazionali tra i personaggi ed anche rendere più agevoli alcuni passaggi tecnico/musicali per farli risultare più comprensibili ad un pubblico totalmente a digiuno di teoria musicale.
5. Se Daniele Sesti dovesse utilizzare tre aggettivi per definire I ragazzi del coro, quali userebbe?
Appassionato, ironico, didattico.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché utilizzando e sfruttando gli stilemi del genere (il giallo) che ti permette di non necessariamente approfondire alcuni aspetti come i dialoghi o le descrizioni, racconta di uno spaccato umano (e delle loro piccolezze e dello loro grandezze) con leggerezza.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì, ho iniziato a buttar giù le prime pagine di un sequel (forse è più corretto definirlo uno “spin off” di “I Ragazzi del Coro”). Vi posso solo dire che ci sarà il commissario Gravalloni ed alcuni dei ragazzi del coro…
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Sicuramente, il Conte di Montecristo. Erano anni che mi ripromettevo di affrontarlo… oltre 1.300 pagine… ma la fatica vale assolutamente la pena. Credo che se fosse stato scritto oggi, sarebbe diventata una serie televisiva di successo, con molte stagioni e tanti progetti paralleli sarebbero nati dalle costole del Conte…
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Questa è una domanda davvero difficile… diciamo che non ho mai letto un istant book e né mai, credo, ne leggerò.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Chi te lo ha fatto fare?
Ci vuole molta determinazione e molto Ego…