La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Karl Tenbro autore del libro Nibiru
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Nibiru, cosa diresti?
Utilizzerei semplicemente questa espressione: «Un’innovativa esperienza angosciante»
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo romanzo così ermetico e criptico?
L’ispirazione nasce dopo aver letto un piccolo racconto di un amico che parlava di un uomo solo nella notte con i suoi pensieri. Mi colpì talmente tanto che volevo anche io scrivere qualcosa del genere ed immaginai un uomo solo, su un terrazzo, mentre fumava illuminato solo dalla luna e assisteva ad una scena che forse avveniva solo nella sua mente.
Ma ho voluto scrivere anche qualcosa che avrei letto io, qualcosa di nuovo, di particolare. Non potevo scrivere la classica storia horror di un demone o di un fantasma, volevo creare una storia che fosse sogno e realtà insieme ma, soprattutto, volevo che il disagio del protagonista venisse vissuto visivamente attraverso la carta e non soltanto attraverso le parole.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe che provassero a comprendere ciò che prova il protagonista della storia, ma vorrei anche che ci fosse un riflessione una volta chiuso il libro, una riflessione che ti porta ad aprirlo nuovamente per esplorare una parte che non ti è chiara e a porti delle domande: cosa realmente è successo? E perché?
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
È stato un libro che mi ha portato via parecchio tempo e rileggendolo lascerei tutto così com’è.
5. Se Karl Tenbro dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Nibiru, quali userebbe?
Surreale, angosciante, riflessivo
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Spesso ci si imbatte in articoli che parlano di un libro scritto in modo particolare, con un registro linguistico nuovo etc. Poi lo vai a leggere e ti dà l’impressione di qualcosa di classico o per gli addetti ai lavori. Ho voluto scrivere sul serio qualcosa di particolare, basta sfogliare il libro per rendersene conto, ma il vero obiettivo era quello di creare un’esperienza orrorifica al termine della quale, una volta chiuso il libro, hai solo due opzioni: un forte senso di sollievo e l’abbraccio della realtà, oppure la voglia irrefrenabile di buttarti di nuovo in quell’orrore per cercare di capire cosa è realmente successo.
7. Hai in mente un’altra storia da scrivere? Hai già un altro libro nel cassetto? Puoi anticiparci qualcosa?
La prossima storia sarà un giallo classico… ma senza cadavere!
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Dissipatio H. G. di Guido Morselli
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Tutti i libri vanno letti, specialmente quelli brutti che ti insegnano a capire cosa sia un libro ben scritto
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
– Come ti senti?
– Bene, grazie (ride)