La redazione del sito Recensione libro.it intervista il Reverendo Stone, autore del libro Tra le rovine della Grande Fabbrica
1. Reverendo Stone, dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro, cosa diresti?
Ritengo che stiamo vivendo in un’epoca che, con i suoi dolorosi cambi di paradigma, ci sta finalmente mettendo dinanzi ai nostri paradossi e alle nostre contraddizioni. Attraverso l’osservazione del crollo verticale che sta subendo l’occidente, la sua cultura ed i suoi valori, cerco di recuperarne il suo vero zeitgeist. E, come facevano gli antichi minnesanger, canto in versi la dolorosa nostalgia di Atlantide e dell’Arcadia. La Grande Fabbrica in rovina del titolo, metaforicamente, siamo noi.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro così complesso ed affascinante?
La mia poesia, come sempre dovrebbe essere, scaturisce dalla pura e semplice osservazione del quotidiano, filtrata attraverso la mia sensibilità e la mia peculiare visione del mondo.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo Tra le rovine della Grande Fabbrica? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei indurli a riflettere su chi siamo noi veramente e su qual è diventato il nostro rapporto col creato. Con la natura, in particolare, che abbiamo antropizzato fin oltre il parossismo. Soprattutto però, vorrei mostrare una via alternativa nell’atavica ricerca del divino e del trascendente, mai come in quest’epoca resi così superflui e lontani dal materialismo imperante.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Ogni mio libro dopo la sua pubblicazione si trasforma in qualcosa di emotivamente superfluo per me; per cui no, direi di no.
5. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il Reverendo Stone, quali useresti?
Direi sincretico, bizzarro e crudelmente sincero.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché nel nostro paese abbiamo una visione totalmente distorta della poesia, che spesso è associata a triti luoghi comuni ingenerati da una didattica scolastica obsoleta in primis, ma anche da un totale disinteresse mediatico e culturale verso questo linguaggio. Ovviamente la poesia è molto più che non struggenti addii tra le foglie che cadono al tramonto e libri come il mio, vorrebbero dimostrarlo.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì, ho già pronta una nuova silloge poetica intitolata “La verità su quella mattina d’agosto”che farò uscire il prossimo anno. Inoltre, dopo aver pubblicato già quattro libri di poesia, mi sto anche cimentando nella stesura del mio primo romanzo, che sarà un machiavellico thriller gotico.
8. Qual è il romanzo che hai letto e che ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Sono un grandissimo divoratore di libri, ma per la massima parte si tratta di saggistica. A livello di narrativa ho recentemente apprezzato in modo particolare la lettura de “Una boccata d’aria” di George Orwell.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Probabilmente tutti quelli che si trovano esposti nelle vetrine e negli espositori all’ingresso delle librerie. I buoni libri, quelli che davvero ti cambiano la vita, stanno sempre sugli scaffali più nascosti.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
La domanda probabilmente è “Ma ne vale davvero la pena?”. La risposta, naturalmente, la lascio ai miei lettori.