Recensione Libro.it intervista la scrittrice Flaminia Nucci autrice del libro La chiave del tempo
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro La chiave del tempo, cosa diresti?
La chiave del tempo è un romanzo che esplora la connessione tra sogno e realtà, psiche e mistero, sentimento e passione, e contemporaneamente indaga il volto del femminile nel maschile e del maschile nel femminile.
Le vite di Rocìo e Reno si sfiorano per pochi minuti in Italia, a San Gimignano, durante un’esibizione col flauto di lui. Per un istante denso di significato, i due giovani si sentono legati l’uno all’altra in modo indissolubile. Ma con la stessa rapidità con cui si sono incrociate, le loro vite si allontanano, per tornare ciascuna a scorrere nella propria normalità. Ma quell’incontro sembra aver scatenato qualcosa dentro i due ragazzi: quel legame, dimenticato per più di sette anni, torna inaspettatamente a farsi sentire.
Possibile che l’inconscio di Reno e quello di Rocìo si siano talmente rispecchiati l’uno nell’altro da aver aperto un varco tra le vite dei due ragazzi? Forse sì, perché Rocìo e Reno iniziano a sognare l’uno la vita dell’altra. Ma cosa accadrebbe, se non fosse solo un sogno?
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro sui legami indissolubili?
Nasce dalla mia esperienza di vita, ma anche da quella professionale: in quanto psicoanalista, mi occupo quotidianamente di sogni e di connessioni psichiche.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei, innanzi tutto, far comprendere che la psiche umana non è cartesiana: è misteriosa, numinosa, insondabile; è il luogo dei fenomeni sincronistici, della precognizione, dei viaggi sciamanici, della telepatia e dei legami inconsci profondi e indissolubili. Poi vorrei dare al lettore la possibilità di far esperienza, attraverso le avventure dei protagonisti, della componente femminile nella psiche maschile e di quella maschile nella psiche femminile.
4. C’è qualcosa che Flaminia Nucci avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?
No, direi di no.
5. Se Flaminia Nucci dovesse utilizzare tre aggettivi per definire La chiave del tempo, quali userebbe?
Onirico, misterioso, erotico.
6. Quanto questo libro è stato influenzato dal tuo lavoro di psicoanalista?
Sicuramente molto. Mi occupo di inconscio e di sogni dal lontano 1993.
7. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché credo che il tema dell’identità di genere sia molto intrigante. Chi non ha mai desiderato, o anche solo immaginato, di scoprire cosa si prova a risvegliarsi in un corpo di donna, conservando l’originaria coscienza maschile, oppure in un corpo maschile, conservando la coscienza femminile?
8. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì, nel 2021 uscirà un altro romanzo, intitolato Il sipario sui sogni. In questo romanzo, Frida Falk, una psicoanalista junghiana di Stoccolma viene contattata dal Movimento Liberi Sognatori, un’organizzazione fuori legge che offre, ai suoi seguaci, la possibilità di scegliere definitivamente e irrevocabilmente tra la vita reale e quella onirica. L’M.L.S. recluta analisti che siano disposti a mettere in gioco la propria vita per accompagnare gli adepti del Movimento in un percorso onirico di “passaggio all’inconscio”. Quattro i pazienti che si rivolgeranno a Frida: un esule, una transessuale, un cieco ed una madre che ha perso un figlio. Dove li porteranno i sogni? Ad accettare la realtà o a inseguire le loro visioni?
9. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Che ne è stato di te Buzz Aldrin di Johan Harstad, edito da Iperborea.
10. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non penso ci siano libri da non consigliare. Dietro la lettura, c’è sempre una forma di “ricerca”. Ognuno ha la sua personalissima ricerca da compiere.
11. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Cosa rappresentano per me i miei libri? Io penso che un libro, se letto da molte persone, si trasformi in un sogno collettivo. Ecco, io scrivo per condividere un sogno, per dare vita, insieme ai lettori, ad un grande sogno collettivo.