Trama romanzo e recensione libro “Il fratello” di Jo Nesbo
“Il fratello” di Jo Nesbo, ultimo romanzo pubblicato con la casa editrice Einaudi nel 2020, analizza dall’interno il concetto di famiglia. Una famiglia che resta unita anche quando ci sarebbero motivi per dividersi. Che va contro tutti e pur piegandosi alle accuse, all’odio, all’incomprensione, resta in piedi.
In questo ultimo romanzo dell’amato scrittore di thriller norvegese, Jo Nesbo si allontana dalla classica indagine portata avanti dall’investigatore Harry Hole. Se cercate il classico thriller alla Jo Nesbo, questo è ben altro.
L’autore scrive “Il fratello” come se avesse l’intento di guardare questo rapporto complesso, pieno di sfaccettature e di non detti con la lente di ingrandimento.
I personaggi sono vivisezionati per quanto raccontati nel dettaglio. Il lettore si troverà coinvolto suo malgrado in questo rapporto fatto di segreti, di ricordi, di fughe, di abbandoni. E riuscirà a legarsi a loro proprio per la cura che Nesbo ha riposto nel raccontarli.
La scrittura è scorrevole, anche se in molti passaggi fa rallentare la lettura per i tanti dettagli, per le svariate riflessioni, per i molti tuffi nel passato. Il ricordo e la storia che si avvicina da lontano si presenta a più riprese, riempiendo le pagine di attimi, di pensieri, di cose da capire.
Recensione libro “Il fratello” di Jo Nesbo
Roy è il fratello più grande, quello che sembra fare le scelte più ponderate, quello che è rimasto lì dove è nato e ora gestisce una stazione di servizio. Carl è il più piccolo, quello che è stato sempre difeso, che alla fine se ne è andato diventando un uomo di successo.
Sembrano all’opposto, ma sono molto uniti. Per quali motivi? Il lettore lo scoprirà strada facendo attraverso dei ricordi che affiorano nel momento in cui Carl ritorna nel paese di origine. Ha un progetto, costruire un hotel coinvolgendo gli abitanti e attirare quanti più turisti lì.
Ma il suo ritorno porta tanto malessere nella vita di Roy, che dovrà nuovamente prendersi cura di quel fratello di non facile gestione. E non solo, dall’attimo in cui se lo ritrova dinanzi capisce che quel passato di cui non voleva più sapere è tornato a bussarlo.
Il mistero avvolge la loro esistenza, così come intorno a loro vagano fantasmi che vanno affrontati.
Tutto il romanzo “Il fratello” ruota attorno ai due protagonisti, uniti, sì ma quanto? Abbastanza da affrontare il dolore, la cattiveria, i pregiudizi e le verità?
I due si dimostrano molto differenti, cupo e distaccato Roy, sorridente e accogliente Carl, apparentemente forte il primo, fragile il secondo. E su di loro aleggia l’abuso sessuale, morti ancora da affibbiare a dei colpevoli, sensi di colpa da affrontare.
La famiglia è il valore più importante, ciò per cui lottare, mentile, usare violenza. La famiglia è da proteggere, ma proprio da tutto e tutti? Anche se si è colpevoli, invischiati, anche se sono stati commessi errori?
Commento libro di Jo Nesbo
“Il fratello” di Jo Nesbo conduce a tante domande, le cui risposte dovrà darsi da solo il lettore. Il libro è pieno di tanti spunti interessanti, molti temi di non facile maneggevolezza, ma non appassionante al pari dei libri di investigazione classica.
C’è sicuramente tanta verità, anche se manca il pathos che ammalia. C’è talmente tanta verità che ci si sente schiacciare dagli eventi che incombono, che si aggiungono a quelli precedenti. E proprio questo mostrare in maniera cruda ciò che i protagonisti vivono rende il libro di impatto.
La storia mostra tutto il suo aspetto torbido, i legami tra i personaggi sono morbosi. Certi passaggi non del tutto credibili, come se Nesbo avesse un po’ superato il limite della realtà per portare avanti la sua versione.
L’attenzione del lettore viene però catturata totalmente da un incidente che ha coinvolto i genitori dei protagonisti e non solo loro. La chiave di tutto è lì: capire cosa è successo, perché e come tutto questo abbia influito sulle vite dei vari personaggi.
Concludo la recensione con questa citazione presa dal libro, che credo renda molto bene il senso di tutta la storia.
“La scultura greca parzialmente distrutta è tanto più bella perché dalle parti integre vediamo quanto sarebbe, avrebbe dovuto essere, è stata bella. E allora con l’immaginazione aggiungiamo una bellezza con cui la realtà non ha mai potuto competere.”
Leggi la recensione del libro “Polizia” dello stesso autore.