La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Stefano Jacurti autore del libro “Appunti sulla guerra civile americana”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Appunti sulla guerra civile americana”, cosa diresti?
E’ un viaggio attraverso il carnaio della prima guerra moderna con tutte le sfaccettature che l’Europa non riuscì a capire. Chi non conosce la Civil war è meglio che si prepari.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questo libro?
Dai film, dall’immaginario, dalle prime letture storiche. Sono stati questi aspetti che mi spinsero ad approfondire.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Il capire l’aspetto del libro, perché è una pubblicazione che non è schierata con nessuno dei due belligeranti, si parla sempre di entrambi, i libri visti da una parte sola sono meno interessanti, almeno per me.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
C’è sempre qualcosa che si dimentica di scrivere, è normale, sorrido sarcastico alla frase che spesso leggo:
“il libro definitivo”. Un libro definitivo non esiste, c’è sempre da imparare.
Se Stefano Jacurti dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Appunti sulla guerra civile americana”, quali userebbe?
In fondo è già scritto molto sulla cover.
Storia, la parte più corposa del libro, ma anche il cinema con i grandi film e l’esperienza a teatro. Ho voluto raccontare come sono venuto fuori da una situazione di grande disagio. È stata dura ma ce l’ho fatta e lo spettacolo di cui si narra nel libro è stato molto importante per ritrovare me stesso.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Non ci sono moltissimi libri di autori italiani sulla Civil war, anche se sono in crescita, ora ci sono anche io e di essere andato a fondo per quanto ho potuto anche sugli aneddoti caratterizzati da grande umanità nonostante una guerra, compresi episodi deprecabili o curiosi. La prima cosa che suggerisco anche se il lettore si sofferma su quello che vuole, è leggere attentamente la cronologia per capire i massacri che ci sono stati durante il conflitto.
Ci puoi anticipare qualcosa sulle tue prossime pubblicazioni? Stai già scrivendo un’altra opera?
Sto scrivendo sì, ma non so ancora se lo scritto potrà diventare un libro. Si tratta del regista Sam Peckinpah.
Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
“Slash. Grazie per questo amore” di Domenico Rizzi (anche autore di molti libri sulla storia del West) Quello di Rizzi è un romanzo frizzante e bellissimo dove il protagonista, un uomo maturo, è consapevole che la ragazza di cui si è innamorato prima o poi volerà via.
Quale libro Stefano Jacurti non consiglierebbe mai a nessuno?
Non ci sono libri che non consiglierei perché leggere anche quelli che non ci piacciono, ci aiuta a capire qual è la nostra strada.
Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Alcune stagioni fa la domanda ironica era cosa farò da grande, oggi è stata sostituita da: lascerò qualcosa di positivo ai più giovani? Chissà… Ma è una domanda che metto da parte perché bisogna andare avanti.