Recensione libro “Fiore crudo”

Citazione "Per un mese sono sopravvissuta a me stessa in attesa che un giorno svegliandomi e scorgendo un sole diverso dal solito trovassi la forza di ficcarmi in testa l'ultimo proiettile"
Fiore crudo
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Di cosa parla “Fiore Crudo” di Paolo Alvino

Il romanzo di Paolo Alvino intitolato “Fiore Crudo” racconta la storia di Maura, una donna che non accetta la sua femminilità e che sembra avere un destino segnato sin dalla nascita. La protagonista del romanzo, infatti, ha conosciuto la morte ancor prima della vita. Unica superstite di un parto gemellare, il piccolo feto di Maura ha letteralmente soffocato il suo coinquilino nell’utero della madre, trasformandola sin da subito in un’assassina.

La protagonista di “Fiore crudo” cresce in una famiglia che quasi la ripudia per l’accaduto, nonostante non abbia colpe. Il suo disagio si fa ancora più marcato quando il suo corpo di bambina si trasforma troppo rapidamente in quello di donna. La vergogna per gli sguardi lascivi dei compagni e dei ragazzi più grandi e il mancato affetto dei suoi genitori, spingono la ragazza a chiudersi in se stessa e a frequentare bulletti di quartiere, tra i quali trova un primo fidanzato.

L’istinto omicida della protagonista di “Fiore crudo” sarà risvegliato proprio quando il gruppo la costringerà ad un primo approccio sessuale: si vendicherà facendo morire il suo fidanzato, che ha capitanato il branco. Maura vive la sua vita tra un lavoro noioso ed un’esistenza in bilico, costellata di piccoli omicidi, fino a quando non consce Zelasco, una sorta di santone che le indica la strada. Zelasco la invita a seguire il suo istinto, a far uscire l’uomo che è dentro di lei.

Il personaggio inventato da Paolo Alvino inizia a frequentare prostitute che, puntualmente, uccide dopo i loro incontri. Ma in questi rapporti clandestini conosce Sonia, una ragazza dell’Est che le ruba anima e corpo. Il loro rapporto prosegue per un po’, fino a quando i protettori della ragazza non scoprono la frequentazione saffica, e pongono fine all’idillio.

Da questo momento in poi la vita di Maura viene continuamente sconvolta: colpi di scena inaspettati si susseguono a ritmo serrato, gestiti in modo impeccabile dalla penna di Paolo Alvino. Lo scrittore, infatti, non solo cambia ambienti e situazioni senza sobbalzi, ma il suo scrivere a frasi brevi e soppesate imprime a tutto il romanzo un ritmo estremamente sensuale e seducente.

“Fiore crudo” di Paolo Alvino è un libro sorprendente, che si interroga sulla società, su Dio, sulla percezione di se stessi con una violenta delicatezza che cattura il lettore e lo trasporta per mano fino all’apice/epilogo di questa storia. Un romanzo, un thriller, un saggio e tanto altro: un libro davvero bello, scritto con forza ed ipnotica eleganza.

Chi è Paolo Alvino

Paolo Alvino è nato a Rosignano Solvay, in provincia di Livorno, nel 1959. E’ laureato in economia e commercio e lavora come ICT presso una grande azienda di Milano, città dove attualmente vive con la moglie e una figlia. É stato finalista con i suoi racconti, sia nel 2006 che nel 2007, al premio “Montagne d’Argento”. Il suo romanzo d’esordio, “Fiore crudo”, ha vinto la seconda edizione del premio letterario “Fili di parole”.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it