Di cosa parla “Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo” di Marco Marsullo
L’opera prima di Marco Marsullo s’intitola “Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo” ed è una raccolta di racconti surreali che si macchiano qui e là di noir metropolitano. Diciotto racconti che hanno come protagonisti personaggi noti in atteggiamenti normali e personaggi sconosciuti che scimmiottano i divi del cinema.
Marco Marsullo prende spunto dalla cronaca nera, come nel caso del primo racconto in cui tre ragazzini balordi rapiscono violentano e massacrano due coetanee, e dall’humus sociale che anima Napoli, la sua città natale.
I suoi racconti sono piccole perle di follia, raccontate con grande stile, come nel caso della storia che dà il titolo al libro: a chi non è capitato di avere sulla punta della lingua il nome di un personaggio famoso, ma non riuscirlo a dire nel momento giusto?!
Raccogliendo spunti dalle banalità di tutti i giorni Marco Marsullo sviluppa racconti onirici e folli, che si lasciano leggere amabilmente per la buona prosa dello scrittore. In “Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo” si possono trovare le influenze surreali di Pennac, Benni e Tusset, contestualizzati da una spolverata in stile Lanzetta (che compare anche in un divertente episodio dedicato a Paolo Sorrentino):
In “Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo” non mancano storie drammatiche, come quella che racconta dell’ultima notte in Italia di Roberto Saviano mentre viene scortato per raggiungere la Spagna, dove è costretto a fuggire per non essere ucciso dalla Camorra.
Una raccolta di racconti divertenti, irriverenti, completamente folli, scritti con uno stile sicuro e ammaliante. Un’opera prima davvero interessante: “Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo” va sicuramente inserito tra i libri da leggere!