La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Aaronne Colagrossi autore del libro “Dove le rocce parlano al cuore”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Dove le rocce parlano al cuore”, cosa diresti?
È un diario di viaggio, una grande avventura africana narrata in uno stile semplice e diretto. Non è una guida, voglio precisarlo, ma la mia personale avventura su tre stati africani, la Namibia, il Botswana e lo Zimbabwe, con oltre 4000 km in fuoristrada.
Da dove nasce l’idea di raccogliere le tue esperienze in questo diario che racconta del tuo viaggio in Africa?
Avevo già pubblicato un diario di viaggio africano (Il Regno degli Elefanti), quindi diciamo che ero già avvezzo a questo genere di scrittura. Tuttavia non è stato semplice. Ogni sera scrivevo le esperienze del giorno, in modo tale da avere un report quotidiano scritto sul campo. Prima della partenza avevo svolto studi approfonditi sulla geologia e sugli aspetti naturalistici che avremmo incontrato nel viaggio.
D’altronde facevo parte della spedizione come geologo, intrattenevo i partecipanti con briefing quotidiani. Ciò nonostante dopo le lunghe giornate, spesso stancanti, mettersi a scrivere la sera, prima di dormire nella tenda montata su un fuoristrada, non era proprio semplice. La stanchezza sopravviene molto velocemente e connettere tutti i fili per un periodo di quasi venti giorni è una bella sfida anche al ritorno in Italia. Ogni giorno facevamo tanti chilometri su due fuoristrada, attraversando paesaggi e vedendo tantissime cose, ma con caparbietà, decisione e costanza sono riuscito nell’impresa di trasporre tutto su carta, incluse le oltre cento fotografie.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe portare l’attenzione su questo settore dell’Africa, sia in senso naturalistico, ma soprattutto da un punto di vista sociale, cosa che affronto nel manoscritto. Si tende a pensare a certi posti come idilliaci, ma la natura sociale delle genti che lo vivono spesso è completamente differente da ciò che le brochure ci propugnano.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Francamente no, ho inserito tutto quello che potevo e messo in evidenza pregi e difetti di questi posti meravigliosi. Semmai mi sarebbe piaciuto fare un viaggio ancora più lungo, di qualche mese persino, attraversando l’africa australe dall’Atlantico all’Indiano.
Se Aaronne Colagrossi dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Dove le rocce parlano al cuore”, quali userebbe?
Autentico, rocambolesco, possente.
Cosa ti è rimasto più nel cuore della spedizione a cui hai partecipato?
Una femmina di elefante del deserto che si è avvicinata e ha poggiato delicatamente e con amore la massiccia proboscide sopra la mia spalla, è stata un’esperienza che porterò per sempre nel cuore, un tocco speciale che difficilmente si dimentica.
Ci puoi raccontare un aneddoto particolare che hai vissuto durante il viaggio ma che non è presente nel libro?
Eravamo in Namibia, nella zona di Twyfelfontein. C’era questo grande pianoro dove spuntavano questi ammassi granitici vecchi di centinaia di milioni anni. A un certo punto si è avvicinato un signore con una tanica vuota, l’unica cosa che desiderava era solo un po’ d’acqua, per tornare al suo villaggio, a parecchi chilometri, e lui cercava acqua. Se n’è andato col sorriso, quel signore, dopo che gli abbiamo dato l’acqua. Mi sono sentito davvero strano quel giorno; mi ha assalito una tristezza profonda che solo a sera è sparita.
Hai già una prossima meta da raggiungere e un progetto editoriale legato al viaggio?
Purtroppo l’emergenza pandemica ha spento temporaneamente molte attività che facevo ma che spero di riprendere presto. Sono stato contattato da alcuni italiani che vivono in Baja California messicana, hanno letto questo libro e vogliono un reportage molto simile su una spedizione nella Sierra californiana, dove ci sono pitture rupestri meravigliose e antichissime e dove le balene grigie arrivano in acque basse, un vero paradiso la California messicana. Si tratta di una spedizione geologica e archeologica sia in fuoristrada che a dorso di mulo. Un viaggio incredibile di tredici giorni, da fare a marzo 2022.
Perché Aaronne Colagrossi crede si debba leggere il suo libro?
Perché penso che chiunque possa arricchirsi, facendolo. Non ci sono molti testi in italiano come questo, che narrano questo tipo di avventure, vere, oltretutto, poiché non è un romanzo, pur essendo scritto in uno stile narrativo quasi romanzesco. Inoltre il testo è un vero spaccato dell’Africa australe, chiunque lo ha letto, se ne è letteralmente innamorato.
Aaronne Colagrossi preferisce scrivere diari di viaggio o romanzi di avventura?
Romanzi d’avventura, certamente. Tuttavia i diari di viaggio mi affascinano molto. Ho notato che se affronto un viaggio con l’idea di un reportage, approfondisco ogni aspetto di quel viaggio, assimilando informazioni dieci volte superiori. Mi da una carica particolare. Spero di scriverne altri.