La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Toni Brunetti autore del libro “Cose da bambini”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Cose da bambini”, cosa diresti?
Cose da bambini, anche se filtrato dalla nostalgia per l’infanzia, mette al centro del racconto un elemento che influenza ogni aspetto della nostra vita: la paura. Paura del nuovo, dell’altro, di non essere all’altezza. Anche paura della solitudine, di perdere il lavoro, della pandemia. Paura di morire. La paura domina la nostra vita e la nostra società. In Italia, la paura collettiva è nata con la strage di piazza Fontana, non a caso, ho voluto iniziare il racconto proprio da quel giorno.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha spinto a raccontare questa storia così intensa e attuale nonostante sia ambientata negli anni Settanta?
Volevo raccontare la paura con una storia che permettesse a chiunque di identificarsi. Ho messo al centro un bambino, perché i bambini, hanno un rapporto scoperto con le loro paure, non riescono a nasconderle. Il buio o i mostri, sembrano cose da bambini, ma in realtà rappresentano timori profondi che ci accompagnano tutta la vita.
L’ho ambientata nel 1970 perché è un anno di transizione, tra le speranze e i sogni degli anni 60 e la cupezza del terrorismo e della crisi economica, che caratterizzarono gli anni 70. E poi allora eravamo diversi, meno costruiti. Forse, in questo senso, eravamo tutti un po’ bambini. Con l’educazione all’immagine e alla comunicazione di oggi, forse sarebbe stato molto più difficile affrontare questi argomenti.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe che Cose da bambini facesse intravvedere la speranza. Il mio romanzo è ambientato in un passato relativamente recente. Il passato è sempre filtrato dalla nostalgia, ma in quegli anni bui, in mezzo a tutte le storture e le diseguaglianze sociali, forse era davvero più facile trovare la speranza. Oggi, è diventata più rara.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Sono tante le cose che avrei voluto inserire. Il racconto è vissuto attraverso gli occhi di un bambino e molte delle cose che sono capitate in quell’anno, sono vissute dal protagonista quasi distrattamente, ma io so che meritavano più attenzione. C’è però una cosa che avrei voluto fare e che ho, stupidamente, dimenticato: dedicarlo a mio padre.
Se Toni Brunetti dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Cose da bambini”, quali userebbe?
Dare questa risposta è difficile. Ci provo: vero, sognante, crudele. Ci aggiungerei, però, come ho detto prima, pieno di speranza.
La periferia di cui parli nel libro è cambiata rispetto a prima o vigono le stesse regole?
Ho la sensazione che le regole non siano cambiate, in periferia come nei centri storici. Sono cambiati i codici. Tutto è immagine, ormai, e le nostre vite sono coperte da una patina. La vernice da grattare via, per trovare la verità, è più spessa.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Quasi tutti quelli che lo hanno letto, con cui ho parlato, che siano stati bambini negli anni 70, oppure nel 2000, mi hanno detto di essersi ritrovati immersi nell’atmosfera un po’ sognante dei ricordi, a correre nei cortili della loro infanzia, a rivivere la spensieratezza e i timori che caratterizzavano quelle giornate, ma anche a fare i conti con le loro paure, molte delle quali, in fondo, sono rimaste, influenzando tutto. Ecco, credo che Cose da Bambini, ci faccia un po’ sognare e un po’ riflettere su quello che eravamo e su quello che siamo ora, e che forse, non volevamo diventare.
Quanto c’è di autobiografico, di Toni Brunetti, in questa storia?
Questa è una domanda che mi hanno fatto in molti e la ritengo un complimento, perché significa che la vicenda raccontata sembra realmente accaduta, ma in realtà non è romanzo autobiografico. Marco, il protagonista del romanzo, non sono io.
È vero però che per scrivere la sua storia ho attinto al mio mondo, ai ricordi e alle sensazioni, ma ho preso spunti da molto altro, persino da canzoni e film che non ho amato, ma che aderivano al contesto e al personaggio. Credo però che, inevitabilmente, in ciascuno dei personaggi del romanzo, ci sia un po’ di me.
Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì, sto scrivendo un nuovo romanzo, ho sviluppato, più o meno la storia e i caratteri dei personaggi principali, ora sto facendo ricerche sul periodo di ambientazione. Forse, lo potrei definire un thriller, ma sono ancora alle battute inziali, per cui, magari, le cose possono cambiare.
Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Sono un lettore onnivoro e da qualche anno ormai, non solo leggo romanzi, ma li ascolto. Trovo gli audiolibri molto interessanti.
Tra i romanzi che ho letto, mi ha molto colpito “La misura del tempo” di Carofiglio. Un vero maestro. Grazie a Lorenzo Loreti e al suo canale YouTube, nell’ultimo anno ho scoperto “It” di Stephen King, che non avevo mai letto e che ho ascoltato davvero con grande coinvolgimento.
Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Mah… non so cosa rispondere…ecco, diciamo che, anche se sono un grande tifoso, non ho mai letto un’autobiografia di un calciatore….
Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
C’è una domanda che nessuno mi ha mai fatto e che racchiude un po’ un mio sogno:
Cose da bambini avrà adattamenti cinematografici?
Sono un regista e penso che Cose da Bambini, per la storia, i personaggi e le tematiche affrontate, si presterebbe molto ad un adattamento cinematografico. Forse, per la particolare struttura narrativa che ho adottato, potrebbe anche diventare una serie….chissà, se un produttore fosse interessato…