La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Rita Stanzione autrice del libro “Da quassù (la Terra è bellissima)”
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Da quassù (la Terra è bellissima)”, cosa diresti?
Le poesie che propongo vanno lette come ponti di significato tra passato e presente, volte al futuro di tutti, dell’umanità, come abbattimento delle brutture e ampliamento di tutto ciò che è bellezza. È vero che un libro o una frase o un verso non potranno cambiare società o idee dall’oggi al domani, ma penso che ognuno a suo modo possa contribuire a fare del mondo una “casa” migliore. Un verso può essere visto come un piccolo sasso che va a scardinare muri. Tutta l’arte del resto non ha mai smesso l’urgenza di farsi sentire, quale spinta al cambiamento.
2. Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a raccogliere le tue poesie in questo libro?
L’ispirazione era già in me a partire dall’osservazione di vicende della realtà, dalla fruizione di opere d’arte, dalla riflessione sulla condizione umana. Poi ho deciso di aderire al progetto di 4 Punte Edizioni, casa editrice di recente nascita ma con idee determinate e convinzioni che apprezzo in modo particolare. L’intento di mantenere viva la storia dei decenni passati e anche – tramite quest’ultima – instillare nel presente la consapevolezza delle azioni, la rivendicazione dei diritti dell’uomo, il ripudio di ciò che guasta il mondo e la vita.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Il titolo “Da quassù (la terra è bellissima)” si rifà all’osservazione che 60 anni fa Yuri Gagarin dallo spazio condivise raggiante: descrisse il pianeta senza confini e barriere, una visione inedita e bellissima in questa mise di tutt’uno con noi abitatori e con ogni essere. Vorrei che i lettori fossero portati a pensare che la Terra potrebbe essere bellissima anche vista da quaggiù, se l’uomo lo volesse e se le sue azioni fossero rivolte a costruire anziché distruggere, accogliere anziché respingere l’altro da sé e popoli interi bisognosi di aiuto.
4. C’è qualcosa che Rita Stanzione avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?
È difficile rispondere, o forse ora già mi sfugge. Forse “Buon cambiamento a tutti”. Ma ciò si può facilmente intuire.
5. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Da quassù (la Terra è bellissima)”, quali useresti?
Emozionale, accogliente, auspicioso.
6. Cosa hai pensato quando hai messo il punto all’ultima poesia contenuta nel libro?
Ho pensato che finalmente potevo dirmi “Le scelte sono fatte”: Ho dovuto scegliere quali testi non inserire, malgrado li trovassi giusti per questa raccolta. Ma il troppo, come di solito credo, storpia. Così ho dovuto fare delle scelte e ho scremato sulla quantità.
7. Perché la scrittrice Rita Stanzione crede si debba leggere il suo libro?
Credo si debba leggere perché offre poesie di resistenza – è un no a violenze, sopraffazioni, mistificazioni – e perché con esso ho dato voce anche ai cosiddetti ultimi, troppo spesso messi da parte. Perché mi appello all’arte, prezioso specchio dei tempi e spinta ad andare oltre le superfici, a cercare la bellezza. Ancora, perché spazia su dilemmi e drammi esistenziali, domande e percorsi che inevitabilmente fanno parte di noi tutti, e – nella sezione conclusiva – ai possibili “rifugi” in cui l’uomo cerca e a volte trova un qualche conforto alle avversità, a eventi terribili e inevitabili.
8. Ti sei ispirata a qualche scrittore/scrittrice in particolare?
A nessuno in particolare.
9. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Un progetto vicino nel tempo a venire è la partecipazione a un romanzo collettivo che sarà realizzato con l’associazione Lo Specchio di Alice, del Movimento Letterario-Artistico UniDiversità, di cui faccio parte. Si tratta della mia seconda esperienza di questo genere e spero di ritrovarmi soddisfatta come nella prima. Il tema non posso anticiparlo.
10. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Mi viene in mente, tra le letture dell’ultimo anno, Le assaggiatrici, di Rosella Postorino, sconvolgente e commovente. Davvero da star male, immaginare di entrare in quelle scene al posto dei personaggi.
11. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Guarda gli arlecchini!, di Vladimir Nabokov, scrittore che amo ma che mi ha deluso in quest’ultimo libro, non per mancanza di sorpresa o genialità, quanto per il tutto, l’insieme che mi è apparso artefatto e un po’ vuoto.
12. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Una bella domanda può essere Quali sono i tuoi lettori ideali? Risponderei che
mi piace immaginare i lettori come recettori non passivi, capaci di cogliere che una poesia non si esaurisce con il punto, ma può continuare oltre le parole.