Di cosa parla “I giganti delle Azzorre” di Andrea Izzotti
“I giganti delle Azzorre” di Andrea Izzotti è un progetto davvero interessante. Lo scrittore ci porta a compiere un viaggio indimenticabile nelle profondità del mare. Ci porta a conoscere da molto vicino i capodogli, questi giganti affascinanti delle Azzorre.
Recensione libro
L’emozione di un respiro a pelo d’acqua.
L’emozione di veder sparire una coda negli abissi.
Le Azzorre sono delle isole di origine vulcanica, situate nell’oceano Atlantico e che si estendono tra Nord America ed Europa, precisamente Portogallo.
Le Azzorre sono formate da tre piccole isole: Poco, Faial, Sai.
Il nostro scrittore, Andrea Izzotti, si trova sull’isola di Poco insieme a una guida turistica.
A Poco, oltre alla cattura di capodogli, ora tutelati, si produce dell’ottimo vino.
Oggi, riuscire a scorgere un capodoglio è come fare un terno alla lotteria.
I capodogli sono quasi in via di estinzione e la loro pesca è vietata dal 1986.
Essi vivono circa 80 anni, a differenza della balena della Groenlandia che sopravvive 200 anni.
I capodogli allattano i piccoli sott’acqua e la loro organizzazione è di tipo matriarcale.
Dentro la loro pancia è presente l’ambra grigia, definita oro del mare.
Nella letteratura, il delfino è il simbolo del bene e la balena il simbolo del male.
Capodogli e balene sono molto diversi tra loro.
Gli esperti pescatori, sulle loro baleniere, ne conoscono bene la differenza.
Del maiale-balena, non si butta via niente.
Con il grasso delle balene si possono ottenere degli ottimi cosmetici, l’olio per le lanterne, del sapone.
Oggi, si parla tanto di pesca sostenibile, allora mi chiedo, perché non convertire il tutto in turismo sostenibile?
Commento libro
Il testo contenuto ne “I giganti delle Azzorre” non è solo un documento ma è la realizzazione di un libro che ci porta a riflettere sull’uomo che è inserito, vive, ed è parte integrante della natura.
I biologi non possono soccorrere balene e altri cetacei che hanno ingurgitato plastica e muoiono spiaggiati dopo una lenta agonia?
Dove è l’uomo civile?
Queste e tante altre domande vengono naturalmente a galla leggendo questo bellissimo libro di Andrea Izzotti.
Recensione scritta da Concetta Padula