“La piantagione dei cervelli” di Fabio Carapezza: un distopico che ha origini dalla realtà
“La piantagione dei cervelli” di Fabio Carapezza è un romanzo distopico che vi resterà nel cuore.
Ambientato in un futuro distante ma non troppo affronta tematiche importanti tra cui la salvaguardia dell’ambiente, l’estinzione, il valore di ciò che ci circonda e la necessità di prendersi cura del nostro Pianeta.
La salvezze è assicurata dalla Volta, l’unico luogo in cui gli uomini sono protetti dalle radiazioni ionizzanti del sole che altrimenti li ucciderebbe. Ma in questo posto non si può trasgredire, vigono regole ferree che non ammettono comportamenti difformi.
Un estenuante controllo, una tecnologia avanzata che crea ripetitività e monotonia, una schiavitù non dichiarata in cui si muovono i cittadini. È questa la vita che si muove sotto il controllo di una Potentocrazia che non ha limiti.
Il Complessum in piedi da novant’anni, fornisce la pace. Ma non è tutto così scontato, non è tutto così lineare e stabilito come sembra.
Darius e sua figlia Kira, che hanno un rapporto speciale, saranno portatori di una ribellione contro un sistema che non li rappresenta, alla ricerca di una libertà che sembra un’utopia, ma in fondo è possibile.
Bisogna contrastare il Complessum, farlo fino all’ultimo sangue, non piegarsi alla rigide regole imposte, ordini senza la giusta prospettiva. Così inizia la disubbidienza durante le celebrazioni del novantennio di pace. Riusciranno i due protagonisti, aiutati da altri che come loro credono nel valore della libertà, a ribaltare la situazione?
Tutte le certezze vengono meno, ma basteranno a creare un futuro differente?
Commento libro
Un libro di pura fantascienza, tra visori, ologrammi, un sistema iper controllato, robot, limitazioni di libertà, sogni infranti e voglia di ribaltare quell’ordine che in realtà crea disordine interiore.
Il bene della società è anteposto a quello dell’individuo, ma appare tutto come una messinscena voluta da chi detiene il potere. Illuminati, o presunti tali? che agiscono per il bene degli individui, o per altri interessi?
Leggendo “La piantagione dei cervelli” viene da chiedersi quanto sia lontano il mondo raccontato da Fabio Carapezza da quello in cui viviamo. Spesso assoggettati a regole imposte, in particolare durante la Pandemia, di cui a volte non capiamo l’importanza ma a cui ci sottoponiamo credendo sia l’unica strada percorribile.
Trovo davvero interessante la trama e come è stata inserita la storia all’interno di un’ambientazione che da sfondo diventa protagonista.
Una scrittura veloce, idee interessanti e un buon linguaggio fanno di questo romanzo un distopico di qualità.
Interessanti anche le domande che scaturiscono dalla lettura di questo romanzo; alla fine metteremo in dubbio la qualità dell’utilizzo della tecnologia, la valenza di certe scelte imposte, coglieremo il valore della libertà e la necessità di muoverci verso un futuro più rappresentativo e migliore.