“Diversità splendore” di Gianluca Piattelli: un libro che abbatte i pregiudizi
Può un romanzo far luce su temi importanti come la disabilità e portare a riflettere sull’argomento? Leggendo “Diversità splendore” di Gianluca Piattelli avrete delle risposte che non vi aspetterete.
Con un personaggio umano, che ha tanti lati negativi, ma anche aspetti positivi, ricco di sfumature, il lettore si troverà a scoprire il suo carattere, il modo di relazionarsi e il modo di reagire inaspettato del protagonista nei confronti della diversità.
Leo non ama il suo lavoro, forse non ama la vita in generale, si porta addosso ancora il peso di alcuni sensi di colpa, degli abbandoni, della monotonia. Conduce un camioncino per il trasporto di persone disabili.
Con il suo fare burbero, con i suoi atteggiamenti poco gentili e la sua quasi nulla predisposizione a prendersi cura delle persone è proprio degli altri che deve occuparsi. Proprio lui che ha una cattiva visione delle persone speciali, e li considera un peso, ma solo perché non ha ancora scoperto cosa si nasconde in quei ragazzi che assiste.
Qualcosa che il lettore non si aspetta, farà cambiare radicalmente in Leo la sua percezione dei disabili; la sua visione di questa realtà complessa si trasformerà e lui comincerà ad amare fino in fondo quei ragazzi.
Commento libro di Gianluca Piattelli
Leggendo “Diversità splendore” si ha modo di confrontarsi con il pregiudizio, con l’incapacità da parte di alcuni di vivere il rapporto con questi esseri speciali in modo naturale. Ma si apre anche il cuore conoscendo i protagonisti di questo romanzo. Inoltre, il cambiamento interiore di Leo ci porta ad avere fiducia negli uomini.
Gianluca Piattelli riesce a raccontare ognuno dei personaggi con uno sguardo profondo, quasi volesse presentarci ogni protagonista per quello che è realmente.
Lo fa con delicatezza, con dolcezza, in alcuni casi anche in modo crudo. Inoltre, lo scrittore riesce a creare colpi di scena e situazioni in cui il lettore si sentirà coinvolto.
Leggi la recensione del libro: “Canarian blues”.