“La città di sangue” di Massimo Sacco: sopravviverà il sogno o vincerà la realtà?
“La città di sangue” di Massimo Sacco è un romanzo ambientato nel 1089 A.D., ovvero dalla nascita di Nostro Signore.
Conosciamo Corradino, un giovane genovese, che ci racconta la sua storia, partendo dalla sua famiglia. Vive con i suoi genitori e i fratelli in una casa modesta ma con una vista mozzafiato sul mare.
Il padre possiede un mulino e con lui lavora il primogenito, a cui spetterà l’eredità, ma anche i tanti doveri.
Per Corradino, il padre sembra non aver scelto quale sarà il suo destino, anche se qualche idea ce l’ha e non è quella agognata dal figlio.
L’incontro fortuito con due cavalieri mentre il giovane è a caccia in un bosco con i suoi amici gli fa credere che potrebbe essere entusiasmante vivere come loro.
Quello che gli appare come un sogno lontano, una fantasia, diventa realtà quando due cavalieri si presentano davanti alla porta di casa sua per proporre un affare al padre.
Il giovane ha capacità invidiabili di arciere e il comandante della Compagna Communis lo vuole addestrare per farne di lui un balestriere di talento. Nasce così la storia di Corradino da arruolato nel corpo dei Balestrieri Genovesi.
Assieme a tanti altri giovani talentuosi viene inviato in Palestina per la Prima Crociata. La sua gioia è incontenibile, ma ancora non sa che la realtà si scontra con ciò che spesso si immagina. La guerra dimostra il suo aspetto terrificante, gli mostra quanta violenza ci sia, quanto sangue di innocenti venga versato e intraprende una strada diversa da quella battuta fino a quel momento.
“… il mio pensiero corse al passato, quando il destino mi aveva offerto la possibilità di cambiare vita e alla gioia che ne era derivata, per me e per mio padre. Quando quel mondo sembrava promettere una vita migliore, con la salita verso i livelli più alti della società, con onori e ricchezze. E ora sembrava che lo stesso destino si burlasse di me, facendomi desiderare quello stesso stile di vita che avevo così volentieri abbandonato.”
Insieme a un amico, alla ragazza che gli ha rapito il cuore e ad altri compagni d’armi scappa dalle atrocità della guerra tendendo verso un progetto pretenzioso che ha le sembianze di un sogno.
Riusciranno a realizzarlo o soccomberanno sotto il peso della sua utopia?
Commento libro
Questo libro porta il lettore a indagare dentro di sé per capire davvero quali siano le ripercussioni delle guerre su chi le combatte e chi le subisce. Inoltre, ci fornisce una visione diversa su quello che accadde a Gerusalemme, ma ci spinge anche a credere che un mondo differente sia possibile. Basta credere nei sogni, o perlomeno tentare di raggiungere i propri obiettivi anche quando sembrano distanti dalla realtà.
Se dovessi riassumere il libro in poche parole, userei quello di Massimo Sacco, che riesce a far cogliere il suo intento con questa frase.
“Vorrei che si sapesse la verità su quanto accadde realmente in quei giorni della “liberazione” di Gerusalemme, affinché quelli che verranno dopo di noi possano imparare qualcosa e non commettere gli stessi errori in futuro.”
Ciò che alla fine della lettura di “La città di sangue” resta è l’insensatezza della guerra.