La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Aaronne Colagrossi autore del libro “Vagabondi del mare”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Vagabondi del mare”, cosa diresti?
La storia dell’uomo è un miscuglio di crudeltà, violenze e conquiste. Il Mar dei Caraibi è stato testimone di tutto ciò, sin dalle prime esplorazioni di Colombo, e poi nel corso del Cinquecento e del Seicento. Gli spagnoli erano i dominatori indiscussi sulle terre emerse, ma le isole e il mare erano il territorio dei pirati e i bucanieri delle colonie: veri e propri vagabondi.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha spinto a scrivere questo ultimo capitolo de La trilogia dei pirati?
È stato un concatenarsi di eventi. Alcuni mesi fa terminai il secondo capitolo (Antille Nere) e sapevo che dovevo mostrare un ultimo lato della medaglia, una storia senza freni che mostrasse il lato atavico di questi uomini. Così mi buttai a capofitto nel terzo capitolo, il giorno stesso, senza pensarci, fu un atto istintivo, in meno di tre mesi scrissi quest’ultimo romanzo.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Che ci sono momenti della storia in cui l’uomo è capace di efferatezze inaudite, non è solo una questione di essere pirati, mercenari o spagnoli. L’uomo è terrificante, a volte.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
No, la storia è completa con gli altri libri precedenti (Pirati sotto scacco & Antille nere).
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Vagabondi del mare”, quali useresti?
Feroce, selvaggio e primordiale.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Amo scrivere avventure e amo ancora di più quando i lettori mi scrivono che hanno
assaporato davvero le sensazioni che cerco di trasmettere.
Quando hai scritto il primo libro della trilogia avevi già in mente il seguito?
No, debbo essere sincero, infatti il primo volume è del 2018, poi in seguito mi son detto che in fondo non avevo ancora detto l’ultima parola su questo branco di pirati selvaggi, allora ho continuato.
Cosa lega questi tre romanzi della trilogia?
Ci sono tanti elementi di connessione: l’avidità, l’avventura, l’amicizia, la lealtà e persino l’amore. C’è davvero di tutto.
A quale sei più legato e perché?
Tutti e tre, ma questo ultimo capitolo mi ha preso parecchio mentre lo scrivevo.
Quale sarà il tuo prossimo passo nel mondo della letteratura?
Proprio in questi giorni ho iniziato a pianificare due nuovi romanzi ambientati in una terra che ho visitato tante volte: l’Africa, su cui ho scritto già anche due diari di viaggio geo-naturalistici. Una delle due storie che sto progettando è persino basata su eventi realmente accaduti nell’Ottocento. Mi divertirò parecchio a scriverle.