“Aspetta a morire che finisco la partita” di Davide Pongetti: dove finisce la realtà?
“Aspetta a morire che finisco la partita” di Davide Pongetti è una raccolta di racconti, brevi che ritraggono la vita, quella di tutti i giorni. Ma c’è qualcosa di eccezionale in queste storie, perché la realtà si fonde e confonde con qualcosa di molto fantasioso.
Ciò che mi è piaciuto sono le scene che alternano sogno così come incubo, ambientazioni surreali, situazioni a tratti assurde, paradossali, sicuramente inusuali.
I temi trattati in questi racconti sono vari, molto differenti, ma tutti con una visuale interessante. Si affronta il senso di estraneità che a volte si vive nel quotidiano, come se non ci appartenesse ciò che siamo e facciamo. Si affronta l’amore nelle sue diverse sfaccettature, anche il tradimento e i lati oscuri dei rapporti. E poi la morte, le sensazioni che albergano all’interno dei protagonisti con le sue sfumature dalle tante tonalità.
Verità, spesso mescolate alle menzogne, frasi che confondono, personaggi molto differenti sono il motivo che fa da sottofondo alle venti storie narrate con buone intenzioni da Davide Pongetti.
Un taglio visionario che spesso è seguito da un taglio nettamente reale, l’impossibile con ciò che accade, protagonisti insoliti, proprio come certe vicende narrate.
Vi assicuro che la vostra mente sarà attirata non solo dalle storie ma anche dal modo in cui lo scrittore descrive ambienti, situazioni, personaggi e stranezze.
Commento libro
“Aspetta a morire che finisco la partita” mescola sapientemente ironia, fantasia, irrazionalità, passione. Sensazioni forti, in alcuni casi contrastanti, incontri sorprendenti, così come l’incubo e il sogno fanno di questo libro un buon compagno per qualche ora da trascorrere piacevolmente.
Ciò che sorprende di questo libro è la sensazione che lascia, poiché ognuna delle storie brevi che si vanno a leggere potrebbero essere la trama di un romanzo che trova un’evoluzione diversa. A quel punto la fantasia del lettore si può inoltrare esplorando nuovi territori dando spazio a idee proprie. Questa sinergia che si crea tra lettore e storie è ciò che intriga di più.