La redazione del sito Recensione Libro.it intervista a Giancarlo Gasponi, autore del libro “Il dolce sonno della ragione”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Il dolce sonno della ragione”, cosa diresti?
È un romanzo che affronta il tema dell’amore che può nascere tra un uomo e una donna, ma in chiave assai realistica. Il ché vuol dire un sentimento spogliato d’ogni orpello romantico e drammaticamente umanizzato. Quel “dolce sonno della ragione” citato nel titolo del libro, quand’anche parziale e momentaneo, lascia incontrollata una pulsione in gran parte istintiva presente in ogni mammifero, spesso difficile da gestire senza lasciarsi sopraffare. Per questo, a volte, quest’intenso sentimento si rovescia nel suo contrario dando vita, per tornare al titolo, anche a storie d’infamia o quantomeno poco dignitose.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questo romanzo sulle relazioni e sul rapporto con noi stessi?
Dalla semplice osservazione della vita, e dalla coscienza acquisita guardandomi sia dentro che attorno. L’amore è spesso qualcosa di sconvolgente e spesso non sappiamo indovinare dove ci porterà, magari assai lontano da quello che immaginavamo. Non mi sono mai abituato al fatto che due persone che dapprima si adorano finiscano poi per odiarsi. Inoltre l’impeto dell’innamoramento fa emergere parti di noi stessi di cui non avremmo mai sospettato l’esistenza. E non sempre si tratta di belle scoperte.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe che ci si soffermasse sulle parole che Guglielmo dice al protagonista per consolarlo dei suoi sensi di colpa: “Gli uomini spesso sono migliori delle loro vite, è la vita che spesso è una carogna.”
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Assolutamente no. Anzi, ho sforbiciato parecchio prima di darlo alle stampe.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Il dolce sonno della ragione”, quali useresti?
Questo spetta ai lettori. Su Amazon ci sono commenti assai perspicaci.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Proprio non lo so. A chi è piaciuto ha trovato mille buone ragioni per leggerlo, a chi no, nessuna.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Non credo che scriverò più. Due esperienze come “scrittore emergente” nel settore dell’editoria italiana mi sono bastate. È stato allucinante. Certo c’è Amazon, ma senza una massiccia pubblicità si resta invisibili su una pagina fantasma. Amazon è un cimitero di libri nati morti, a parte quelli molto sponsorizzati, o scritti da personaggi noti. Scrivere un libro di 450 pagine, meditato nei contenuti e curato nella stesura è un lungo lavoro. Perché addossarsi una tale fatica se non si ha la certezza della pubblicazione? È una sciocchezza.
Qual è il libro che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
“Nell’universo sulle tracce di Dio” di Julio Savi.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
“Come va con il romanzo che stai scrivendo?”