La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Martino Colicchio autore del libro “Manuale di un educatore in viaggio”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Manuale di un educatore in viaggio”, cosa diresti?
Il senso principale è forse quello di raccogliere e trasmettere. Trasmettere prospettive di percorsi umani e educativi, un bagaglio di competenze e strumenti costruiti sul campo, aneddoti ed esperienze che offrono uno spaccato composito del mondo delle relazioni e dell’accompagnamento.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questo libro dove racconti la tua esperienza di educatore ma fornisci anche strumenti applicativi agli addetti ai lavori?
Ho voluto trasformare in conoscenza l’esperienza, rielaborando il tanto materiale accumulato nel corso degli anni e restituendolo in una forma più organica, quella appunto di un manuale. Credo infatti che quasi sempre ci fermiamo al fenomeno vivo senza ricavarne un know-how che possa diventare uno strumento di trasmissione.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che comprendessero che anche nelle situazioni che riteniamo croniche o più difficili da cambiare è sempre possibile avviare processi e percorsi evolutivi di noi stessi e degli altri. Vorrei che rimanesse la fiducia nelle possibilità concrete di un cambiamento attraverso le relazioni.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Forse avrei sottolineato maggiormente il ruolo positivo dei miei genitori che hanno saputo mettersi in gioco partendo dai disagi che ho espresso in una fase delicata della mia vita, dimostrando che neanche l’età anagrafica va vista come un limite al cambiamento.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Manuale di un educatore in viaggio”, quali useresti?
Ricco, scorrevole, globale.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Per chi opera nel panorama socio educativo sono convinto possa essere una guida preziosa in grado di fornire tanti stimoli e strumenti di teoria e prassi. Per tutti gli altri penso possa offrire elementi per arricchire il proprio viaggio nella vita di tutti i giorni. Come figli, genitori, lavoratori, sportivi etc. etc, i temi della relazione, dell’accompagnamento e dei processi di crescita, toccano tutti noi in qualche modo.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Sto ultimando la scrittura di un libro che racconta il mio percorso di conoscenza, esplorazione e innamoramento della Valmarecchia. Divagazioni personali che vanno dalla dimensione escursionistica e ambientale a quella storica e mitica.
Qual è il libro che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
“Cavalcare la propria tigre” di Giorgio Nardone.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Quanto il disagio è stato una spinta nel tuo processo di evoluzione?